«Irricevibile la scelta di schierare Cerno». Marsilio lascia il Pd
TRIESTE. Il caos liste crea il primo smottamento nel Pd, dove il consigliere regionale carnico Enzo Marsilio annuncia con una lettera ai vertici la propria decisione di lasciare il partito e il gruppo consiliare. Una mossa che segue i numerosi mal di pancia nei confronti dei democratici e che può essere letta anche come estremo gesto di solidarietà all’amico Franco Iacop, penalizzato dall’arrivo imprevisto di Tommaso Cerno. «La scelta della direzione nazionale - scrive l’ex assessore alla Montagna della giunta Illy - di assegnare il ruolo di capolista al Senato a Cerno si configura come una pugnalata alla schiena di quanti in questi anni hanno lavorato per far crescere il Pd. Svilire queste persone candidando una persona che non solo non ha mai fatto niente per il Pd ma si è distinta nel colpire la sua classe dirigente, diventa una scelta inaccettabile».
Marsilio prende dunque la via del Gruppo misto per gli ultimi mesi di legislatura e ha davanti un futuro politico tutto da decifrare. Per l’ex dem è infatti insopportabile condividere la stessa appartenenza con Cerno, che da direttore del Messaggero Veneto ha duramente criticato la gestione degli alberghi diffusi, cui Marsilio è legato. Il consigliere potrebbe ora tentare un ultimo mandato con i Cittadini, che non vantano un radicamento in montagna, ma c’è chi immagina un clamoroso passaggio al centrodestra, all’interno della civica Autonomia responsabile o nel ruolo di assessore esterno, con delega alla Montagna. «Mi avevano quasi convinto a tornare a correre. Potrei tornare ma non certo col Pd». D’altronde, come va dicendo da tempo a chi gli chiede del suo futuro, «viene prima la fedeltà alla Carnia di quella di partito».
La segretaria Antonella Grim chiede a Marsilio «un’ulteriore riflessione: le liste hanno sempre ospitato personalità esterne e questo non può essere un motivo dirimente per abbandonare un partito». Dal canto suo, Cerno commenta ironico in serata: «Mi spiace molto, mi sento rottamatore a mia insaputa». (d.d.a)
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