Irci, resa dei conti rinviata al 2015

Non è ancora pronta la ricognizione contabile affidata a Paparo
Lasorte Trieste 05/12/14 - Via Torino, Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata
Lasorte Trieste 05/12/14 - Via Torino, Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata

Rinviata all’anno nuovo la resa dei conti all’Irci. L’assemblea “infuocata” dell’Istituto di via Torino, alle prese con lo scandalo contabile del tesoriere Stefano Nedoh e con la contestata presentazione dell’allestimento del Museo della Civiltà istriana, si è spenta prima ancora di cominciare. Un comunicato stampa della presidente di quattro righe, diffuso alle 21.11, ha reso noto il nulla di fatto. «L'assemblea generale dei soci dell'Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, in attesa del completamento dell'analisi economico-finanziaria dell'Istituto, ha stabilito di riconvocarsi sabato 10 gennaio 2015 per deliberare gli opportuni provvedimenti» scrive il presidente Chiara Vigini. «Non c’era nulla da discutere» chiosa Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani, che si è dimesso dal direttivo un mese fa contestando la gestione verticistica e poco trasparente dell’Irci.

L’assemblea di ieri pomeriggio avrebbe dovuto, come da ordine del giorno, analizzare la ricognizione contabile dal 2013 a oggi affidata dalla presidenza su suggerimento dei revisori di conti al professionista triestino Alfredo Paparo gli ammanchi scoperti. Ma Paparo non ha fatto in tempo per l’assemblea di ieri. A dimostrazione che non è così facile districarsi nei conti dell’Istituto. «L’Unione degli istriani non ha dubbi su cosa fare per tutelare il buon nome dell’Irci che è l’unica istituzione che abbiamo. Vanno valutate le responsabilità a tutto campo» spiega Lacota preannunciando una mozione di sfiducia. Non si è parlato neppure del nascituro museo. Il dalmata Renzo de’ Vidovich era pronto a sollevare la questione dell’esclusione fiumana e dalmata tra le varie ed eventuali dell’assemblea. «La scelta di non riservare spazi né alla Dalmazia né a Fiume e neppure all’arte Istriana (dal musicista Tartini allo storico Kandler e agli altri pittori oltreché ai quadri di grandi autori italiani portati negli anni ’40 dall’Istria in Italia, restaurati e provvisoriamente conservati dal Museo Sartorio) è a dir poco allucinante» sentenzia de’ Vidovich. Ma anche di questo si parlerà a gennaio. Anno nuovo, museo vecchio. (fa.do.)

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