Iran, contratto da 5,7 miliardi per le acciaierie Danieli

Il colosso di Buttrio in prima fila tra i big industriali che siglano accordi pesanti. Il titolo ha fatto un balzo del 21% a Piazza Affari subito dopo l’annuncio
Il presidente e amministratore delegato della Danieli, Gianpietro Benedetti
Il presidente e amministratore delegato della Danieli, Gianpietro Benedetti

TRIESTE. Il gruppo dell’acciaio Danieli in prima fila fra i big industriali italiani che entrano in Iran dopo la fine delle sanzioni. Euforica la reazione dei mercati. Il titolo del colosso siderurgico di Buttrio ha spiccato a Piazza Affari un balzo del 21% dopo l’annuncio di accordi per 5,7 miliardi siglati in occasione della visita in Italia del presidente iraniano, Hassan Rohuani. Si tratta di un’intesa storica dopo rumors che si sono inseguiti ieri per tutta la giornata. Dopo una crescita avvenuta tutta all’estero, puntando sui paesi in via di sviluppo, il colosso friulano attivo nella costruzione di impianti siderurgici, si prepara a sfruttare un mercato di grandi potenzialità.

L’Iran, al quattordicesimo posto nelle classifiche mondiali per la produzione di acciaio, non costruisce da anni nuovi impianti di produzione e ha bisogno di ammodernare le infrastrutture del Paese. Il governo mira ad attrarre tra i 30 e i 50 miliardi di dollari di investimenti esteri annui per raggiungere gli obiettivi di crescita. La richiesta di infrastrutture è così fortissima. Da qui una grande opportunità per la società friulana che è uno dei player globali di riferimento nel settore plant making. Con centri di progettazione ubicati nei più importanti hub industriali in Europa, Usa e Giappone, Danieli produce macchinari di qualità nei propri stabilimenti produttivi in Italia, Germania, Cina, Tahilandia e India.

Il Business Forum Italia-Iran del novembre scorso, missione imprenditoriale che ha portato a Teheran circa 200 imprese fra cui Danieli, ha posto le basi per la stipula dell’intesa annunciata ieri. Il “pacchetto” di accordi riguarda una joint-venture e a altri ordini per la fornitura di macchine ed impianti che verranno installati nel territorio iraniano. La joint venture, denominata Persian Metallic, ed il cui valore è stimato in 2 miliardi di euro, coinvolgerà un gruppo di investitori internazionali, oltre che iraniani. Persian Metallic utilizzerà minerale di ferro ed energia per produrre circa 6 milioni di tonnellate l'anno di pellets che andranno ad alimentare impianti di riduzione diretta, il cui prodotto -spiega la Danieli in una nota- è un eccellente materiale grezzo per ottenere acciaio tramite fusione con forno elettrico ad arco. Altri accordi relativi a forniture di macchine ed impianti per produrre acciaio ed alluminio, verranno stipulati con diverse aziende iraniane per un valore di circa 3,7 miliardi di euro.

Il gruppo di Buttrio sta puntando molto sull’innovazione tecnologica e sulla diversificazione del business in uno scenario difficile per la siderurgia mondiale. Alla fine dello scorso anno ha siglato una nuova partnership con Alcoa che rilancia la società nel settore dell’alluminio. Danieli ha anche acquisito Fata da Finmeccanica. Il gruppo friulano, circa 11 mila dipendenti in tutto il mondo, ha chiuso il bilancio 2015 con 2,8 miliardi di ricavi.

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