Ippodromo, due accoltellati dopo un lite
Ippodromo di Montebello, la serata volge al termine. Siamo all’ottava corsa, ma di pubblico ce n’è ancora parecchio, complice la calura da cui la gente tenta di rifuggire. Si sentono volare parole grosse. Parlano di soldi, si saprà poi. La discussione trasloca, e trascende, a quanto pare, dietro le quinte del ristorante-pizzeria. Spunta un coltello da cucina. Due ragazzi restano feriti di striscio, in modo lieve. Un terzo uomo - colui che secondo i due stessi ragazzi maneggiava il coltello - se ne va prima dell’arrivo delle Volanti della polizia. Il 113 è stato, effettivamente, appena digitato da qualcuno dei presenti. Di fare altrettanto col 118, invece, non ce n’è bisogno. Un’ambulanza è sempre lì, nelle serate di corse.
È la cronaca spiccia di quanto è avvenuto nella tarda serata di martedì. Ieri, dalla Questura, è stato anche precisato che il “terzo uomo” non è ricercato, ma che sono in corso delle semplici procedure d’identificazione. Aficionados e addetti ai lavori di Montebello già bisbigliano: si tratterebbe di una persona piuttosto nota, nell’ambiente delle scommesse in generale, più che del solo ippodromo.
Letta così, di primo acchito, e considerato lo scenario, potrebbe sembrare un litigio nato male e finito peggio proprio fra scommettitori di cavalli. E anche se così fosse, gli stessi aficionados dell’ippodromo - che il 4 settembre festeggerà 120 anni di vita - sostengono che a memoria d’uomo mai sia successo un fatto simile a Montebello.
Le ricostruzioni effettuate in loco dai poliziotti, però, dicono altro. La discussione era sì per soldi, ma le scommesse non c’entrano. I due giovani poi rimasti feriti - entrambi italiani, la Questura non ha fornito altri dettagli - hanno riferito di aver prestato servizio in quella pizzeria (recentemente riaperta e finita nel mirino della Finanza per lavoratori in nero) ma di non essere stati pagati per quel servizio. Martedì sera avrebbero così dovuto incontrare, in base a un appuntamento telefonico prefissato, il loro ex datore. Il responsabile del locale, tuttavia, all’ora pattuita non si fa vedere. Per contro, si imbattono in un presunto amico o collaboratore del titolare. Le trattative fra loro non vanno a buon fine. «Andiamo a prenderci qualcosa da mangiare in cucina e ce la portiamo via», la minaccia dei due ragazzi scontenti. Poi l’avvicinamento proprio alla cucina, l’interlocutore cerca di fermarli, e si ritrova un coltello fra le mani. Dalla collutazione i due ex lavoratori escono con dei tagli superficiali rispettivamente alla spalla e al gomito. E il “terzo uomo”, per intanto, se ne va dall’ippodromo.
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