Ippodromo di Trieste, purosangue morto"Da tre mesi la padrona non pagava le spese"
La morte di Lario Ld, il purosangue minato dall’inedia e poi stroncato da un pasto troppo abbondante, poteva essere evitata. I cavalli appartenenti alla signora Elisa Visintini sarebbero stati vittime di una vicenda complessa in cui i problemi economici si sono affiancati a quelli di gestione
Una tragedia annunciata. La morte di Lario Ld, il purosangue di cinque anni minato prima dall’inedia e poi stroncato da un pasto troppo abbondante, poteva essere evitata. Anzi, in molti negli ultimi tempi si erano dati da fare per salvare questo cavallo e i suoi due compagni di sventura: Madame Bovary e Ismicora dei Mag devono la loro vita proprio a Lario Ld che dal momento in cui è entrato in coma, venerdì scorso, è riuscito a catalizzare soccorsi e attenzioni. Ora i due purosangue superstiti, posti sotto sequestro, sono accuditi nel box di un veterinario. Attendono il via libera per un eventuale trasferimento nelle scuderie del ”Piemonte Cavalleria”.
Secondo quanto sta emergendo Lario Ld e gli altri due purosangue appartenenti alla signora Elisa Visintini sono stati vittime di una vicenda complessa, in cui i problemi economici si sono affiancati a quelli di gestione.
«Li ho allenati fino ad ottobre», ha spiegato Mariano Belladonna, uno dei punti di riferimento del trotto a Trieste: «Anche dopo sono rimasti nei box della mia scuderia. Li accudiva Bruno Biancorosso, un artiere esperto. È un buon amico della proprietaria e sono certo che abbia informato Elisa Visintini della necessità dei tre trottatori chiedendo i soldi per acquistare il fieno e la paglia per le lettiere. Credo che i soldi non siano arrivati e Biancorosso si è dovuto arrangiare con gli aiuti delle altre scuderie...»
Va detto che un proprietario paga a Montebello 800 euro al mese per l’allenamento e il mantenimento del proprio purosangue. Un cavallo tenuto in un maneggio costa invece 300 euro al mese. Certo è che a fine ottobre, con la rinuncia di Belladonna ad allenare i tre purosangue, la loro gestione economica è uscita dall’ambito della scuderia del driver, passando a quella diretta della società dell’ippodromo. In altri termini Elisa Visintini avrebbe dovuto pagare le spese di soggiorno dei suoi tre cavalli alla ”NordEst ippodromi”.
«Le abbiamo telefonato più volte, senza ottenere nulla» racconta Salvatore Fichera, dirigente dell’ippodromo. «Poi l’abbiamo invitata a saldare i conti; infine siamo stati costretti a spedirle una lettera raccomandata di contestazione. In ufficio non l’abbiamo mai vista anche se al telefono qualcuno ci aveva detto che non dovevamo preoccuparci».
La NordEst ippodromi, oltre che con la proprietaria dei tre cavalli, si è messa in contatto con la dottoressa Gabriella Magurano che l’affianca nelle decisioni più difficili e che ha - come amministratrice - l’ultima parola sulle eventuali spese. Ieri l’abbiamo cercata ma non era reperibile sul posto di lavoro.
Ma ritorniamo a Lario Ld. Secondo la società, fino al momento in cui il purosangue è entrato nella crisi che si è poi rivelata fatale, l’amministratrice non si è fatta viva. Solo in quel momento è entrata all’ippodromo. Dello stato di abbandono dei tre trottatori era però già stata informata la Polizia municipale i cui agenti si sono trovati di fronte a una situazione - limite. Lettiere striminzite, box sporchi e quasi senza paglia, cavalli denutriti. Poche ore più tardi, nella notte tra venerdì e sabato, il purosangue è morto, stroncato da una colica. La notizia si è diffusa in città suscitando molta impressione.
Lario Ld non resterà solo il protagonista di una triste vicenda: nella memoria continuerà a essere il simbolo di momenti felici. «Di Lario Ld ho un bellissimo ricordo», dice Dario Edera, presidente da anni dell'associazione che raggruppa i proprietari di cavalli della regione: «Nel 2009, guidandolo, giunsi secondo in una corsa». L'estate dell'anno precedente era stata ancor più felice: alle guide di Mariano Belladonna, Lario Ld aveva conquistato due successi consecutivi. «Certo, le categorie non erano quelle dei campioni - riprende Edera - ma la sua onesta carriera l'aveva vissuta con dignità». I due successi del 2008 sarebbero rimasti unici, accompagnati da piazzamenti, accolti con soddisfazione dalla proprietaria. «Lario Ld trottava ed era tenuto nelle migliori condizioni in quelle fasi della sua carriera - racconta Edera - era un cavallo facile da guidare, adatto alla nostra categoria di appassionati. Adesso sono sorpreso e attonito davanti a questo drammatico finale. È gravissimo ciò che è accaduto. Si corre per pochi soldi e non è facile neppure cedere un cavallo quando le spese superano le entrate. I più fortunati riescono a trovare un amatore che li tiene in un paddock. L'alternativa di mandarli a correre nelle piste private del Sud significa invece far fare ai cavalli una triste fine».
(ha collaborato Ugo Salvini)
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