Ippica in crisi, “giornalieri” con il gettone dimezzato

Nuovo contratto per una ventina di addetti agli sportelli scommesse e altri servizi Driver e proprietari del trotto intanto aspettano ancora i premi vinti nel 2012
Foto Bruni 08.03.13. Ippodromo di Trieste:le scuderie e gli allenamenti
Foto Bruni 08.03.13. Ippodromo di Trieste:le scuderie e gli allenamenti

Dopo i driver e i proprietari del trotto, che aspettano ancora di incassare i premi vinti nella seconda metà del 2012, adesso vanno in crisi anche i cosiddetti “giornalieri”, cioè coloro che all'ippodromo di Montebello lavorano solo nelle giornate di corse.

Si allarga a macchia d'olio la crisi dell'ippica, che ha già comportato la chiusura di alcuni ippodromi italiani, e stavolta sotto torchio vanno gli addetti agli sportelli per la raccolta delle scommesse - una dozzina di persone in tutto - e altrettanti impegnati nei servizi vari. Dal 19 marzo dovrebbe entrare un vigore anche per loro il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, che sostituisce il precedente e prevede una sostanziale riduzione del gettone, oltre che una radicale modifica del rapporto con la Nord Est ippodromi, la società che gestisce l'impianto di Montebello. Una mazzata per questo gruppo di persone che in molti casi hanno già un’occupazione, ma arrotondano con il corrispettivo preso all'ippodromo nelle giornate di corse. Aspetto che, in momenti di crisi, per molti rappresenta un autentico toccasana per il bilancio familiare.

«Stando alle regole concordate fra l'organizzazione che raggruppa gli ippodromi italiani e i sindacati confederali - spiega uno degli addetti agli sportelli - dovremmo passare da 41 euro e spiccioli netti a giornata, che per noi si traduce in quattro ore e mezzo di impegno all'ippodromo, alla stessa cifra, ma lorda. Perciò - aggiunge - si tratta di una decurtazione che, a seconda della situazione fiscale individuale, può oscillare da un terzo a metà della cifra lorda». Inoltre la normativa che sta per entrare in vigore, originata dalla crisi del settore, non prevede più la figura del collaboratore, perciò molti dei giornalieri di Montebello il nuovo contratto nemmeno potranno sottoscriverlo, in quanto già assunti altrove con un altro lavoro.

Ieri, addetti agli sportelli e ai servizi vari si sono ritrovati ancora una volta all'ippodromo per decidere il da farsi, in un incontro dove sono state affrontate le diverse problematiche sul tappeto. Oltre a coloro che non possono firmare il nuovo contratto, perché già titolari di un altro rapporto di lavoro, ci sono coloro che non lo vogliono fare, perché il gettone è diventato a loro parere «talmente modesto da non giustificare l'impegno di un intero pomeriggio». Non va dimenticato che parecchi di loro all'ippodromo fanno i cassieri, con le conseguenti responsabilità per eventuali errori o ammanchi.

«Non possiamo fare diversamente - spiega Stefano Bovio, direttore della Nord Est ippodromi, la spa che gestisce Montebello - perché si tratta di un contratto firmato a livello nazionale, che va rispettato e applicato. Del resto - aggiunge - i giornalieri devono capire che nel nuovo testo ci sono migliorie a loro favore, come il Tfr e la copertura per i casi di mancata prestazione per malattia, che in precedenza non c'erano. Ciò che si perde in termini di guadagno immediato - continua - si recupera sotto l'aspetto normativo. In questi casi - conclude Bovio - va soppesato tutto».

A complicare ulteriormente la situazione, i giornalieri stanno incassando in ritardo le loro spettanze, in quanto la Nord Est ippodromi, a sua volta, riceve a singhiozzo quanto di sua competenza da parte dell'Unire. Una spirale che non ha fine.

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