Ipotesi triumvirato per superare la crisi del Pd senza guida

Dopo l’addio dei vertici regionali il partito punta sul direttorio pro tempore. A capo dell’attacco a tre punte Bolzonello stesso

TRIESTE. Un triumvirato capace di mettere insieme le diverse anime del Partito democratico, in una fase di profonda difficoltà politica. Oppure una reggenza affidata al solo presidente Salvatore Spitaleri. Sono queste le due soluzioni più accreditate fra i vertici dem per fronteggiare le dimissioni di Antonella Grim: un passo prevedibile e richiesto dallo stesso Sergio Bolzonello, che lascia tuttavia il Pd regionale orfano della massima carica politica in una fase di accelerazione organizzativa, con le liste da costruire e una campagna elettorale difficilissima all’orizzonte.


Al momento sono più le voci di corridoio che le certezze, in una giornata che ha registrato il rincorrersi di infinite telefonate fra i dirigenti e arrivare anche le dimissioni della segretaria provinciale del Pd di Gorizia, Silvia Caruso. Nel partito i reali decisori si interrogano intanto su quale sia la migliore ipotesi per la fase di transizione, che l’assemblea regionale sarà chiamata a ratificare già domani. Bolzonello valuta seriamente l’ipotesi del direttorio, composto da sé stesso, Franco Iacop e Cristiano Shaurli. Il candidato alla presidenza assieme al rappresentante dell’area cattolica friuliana e a quello della minoranza orlandiana, entrambi vogliosi di riottenere dignità dopo elezioni politiche che hanno penalizzato la candidatura di Iacop e condotto la sinistra del partito a dissociarsi dalla costruzione delle liste.



Per essere certo di avere un partito disposto a seguirlo sulla linea di una pur misurata discontinuità rispetto alla stagione di Debora Serracchiani, Bolzonello potrebbe essere tentato dunque di partecipare direttamente alla gestione del Pd, nonostante le dichiarazioni di facciata sulla volontà di non occuparsi del partito. A fare da garante dovrebbe essere scelto il presidente Salvatore Spitaleri, che ha già avviato tutti i passi necessari per rispondere rapidamente al passo di Grim. «L’assemblea è convocata per venerdì – spiega – con un unico punto all’ordine del giorno: l’elezione del nuovo segretario. Non ci faremo trascinare adesso in un dibattito nazionale sacrosanto, ma che qui rischia di togliere energie agli appuntamenti che abbiamo davanti. Siamo in fase preelettorale e un segretario serve dal punto di vista politico e formale, sia questo un singolo o un gruppo di persone».

Poi il «saluto ad Antonella, della cui scelta mi rammarico, dopo aver condiviso un lungo tratto di responsabilità: l’auspicio è che il suo impegno sia premiato», in occasione delle prossime regionali, dove Grim correrà da candidata. Parecchi fra i dem ritengono però che Spitaleri potrebbe gestire da solo e in prima persona la partita, come emerso anche durante la segreteria regionale riunitasi proprio ieri sera. Lo fa intendere lo stesso Iacop, pur non nominando mai il suo più stretto alleato fra i dem: «Serve una figura istituzionale di garanzia ed equilibrio, non coinvolta direttamente nella campagna elettorale e che conosca bene il partito». Il timore è infatti che il triumvirato sia autorevole ma scarsamente operativo, con responsabilità che ricadrebbero in ogni caso su Spitaleri, che meriterebbe a quel punto l’assunzione di un ruolo pieno, che potrebbe anche lanciarlo verso la segreteria nel congresso di maggio.

Il direttorio è invece ben visto dall’ex candidato parlamentare e membro della segreteria Francesco Martines, secondo cui «quella collegiale potrebbe essere una fase ponte per arrivare alle primarie». Se Shaurli medita sull’idea del direttorio promossa da Bolzonello, l’area orlandiana ha diverse soluzioni subordinate, a cominciare dall’esperto Renzo Travanut. Nella sinistra dem non manca poi chi vorrebbe una gestione tutta renziana del partito, per lasciare alla maggioranza interna la responsabilità della probabile sconfitta del 29 aprile: anche per questo, gli orlandiani non hanno spinto per le dimissioni di Grim. Fra le altre ipotesi circolanti, figurano i nomi di Paolo Coppola, Francesco Martines, Agostino Maio e Diego Moretti, ma nessuno sgomita.



Bolzonello batte intanto il Fvg per la campagna elettorale. A margine di una conferenza stampa sul turismo, torna sul tema della sconfitta: «Una batosta storica, ma la partita delle elezioni regionali è diversa dalle politiche». L’aspirante presidente richiama quindi il tema della discontinuità, per cercare di attirare ciò che resta della sinistra, con cui il filo del dialogo non si è mai del tutto interrotto: «Abbiamo fatto in questi cinque anni tante cose benissimo, altre meno. Alcune riforme sono da modificare, come le Uti mentre occorre fare un ragionamento sulla sanità. Riparto dal consolidare i posti di lavoro: meno precarietà. Quando ho preso le Attività produttive i posti di lavoro erano sotto la soglia dei 500 mila, ora sono 516 mila: abbiamo fatto ripartire l’economia». Bolzonello sa che la strada è irta, ma ostenta sicurezza: «Fedriga, Riccardi, Bini, chiunque altro vanno tutti benissimo. Siamo noi che dobbiamo adottare un nuovo modo di fare. La mia è la candidatura del sindaco del Friuli Venezia Giulia».
 

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