Ipotesi di 60 squadre tra i pro per una B doppia o C d’Elite

Milanese: «Non posso che essere favorevole». La federazione e la Lega Pro stanno valutando diverse opzioni per una riforma. Rinviato il Consiglio Figc
Lasorte Trieste 25/09/19 - Calcio Serie C, Triestina - Arzignano Chiampo, Princivalli e Milanese
Lasorte Trieste 25/09/19 - Calcio Serie C, Triestina - Arzignano Chiampo, Princivalli e Milanese

TRIESTE Ridurre a 60 il numero di licenze per il calcio professionistico. Questa ipotesi di lavoro, lanciata da Sportitalia e rimbalzata ieri sui media on-line specializzati (e non smentita), ha un effetto scossone anche se il Consiglio federale di venerdì è stato rinviato. Non si tratta di un indirizzo e nemmeno di una proposta. Con riferimento poi all'ipotesi di riforma dei campionati, in particolare sulla Serie C, circolata nelle ultime ore su alcuni organi di informazione e sui social media, la Federcalcio precisa che «nel tavolo di confronto istituito dal presidente Gabriele Gravina con tutte le componenti federali lo scorso gennaio, sono stati discussi diversi scenari, ma i lavori si sono interrotti a causa dell'emergenza da Covid-19. Non appena possibile, è volontà della Federazione riprendere a discutere alcune proposte di riforma nel rispetto delle norme statutarie».

Steffè: «Aspettiamo a giorni una decisione. Promozioni a tavolino? Solo il Monza la merita»
Lasorte Trieste 09/02/19 - Serie C, Triestina - Monza, esultanza Steffe', 3 - 0

L’ipotesi comunque è bastato a scatenare un dibattito costruttivo che coinvolge soprattutto le realtà della serie C, la categoria che si troverebbe a un bivio nel caso di una B a 40 squadre (divisa in due gironi) o in subordine a una C d’Elite. E tra queste realtà c’è la Triestina. Anche perché da oltre un mese Milanese ha dichiarato pubblicamente la necessità di ridurre il numero di società professionistiche per alimentare la sostenibilità di un sistema in questi anni fallimentare sul piano economico. L’amministratore unico alabardato ha parlato di C d’Elite, idea sposata in toto dal presidente Biasin.

«La possibilità di una B allargata a 40 società? Non posso che essere favorevole» ha dichiarato ieri Milanese. L’idea di una riduzione della platea alle piazze che possono, per dimensioni e solidità, attrarre ricavi per rendere sostenibile economicamente l’attività sportiva è un’idea condivisa da molti presidenti e anche dal presidente federale Gravina. Lo stop prolungato imposto dalle misure anti coronavirus ha aggravato una situazione già traballante. E la strada di una riforma, anzi di una rivoluzione, appare come l’unico modo per evitare la debacle. Se l’interruzione dell’attività di quest’anno può (forse) essere in parte indennizzata da un intervento esterno (pubblico) i mancati ricavi della prossima stagione e delle successive diventano insostenibileicon l’attuale assetto dei campionati.

La Triestina ma anche altre società (Ternana, Carpi, Reggiana) si sono già espresse in favore dell’urgenza di una riforma. L’obiettivo è quello che già in sede di Assemblea di Lega si possa arrivare a un orientamento delle società coinvolte che possa essere utile anche alla Federcalcio per le sue valutazioni. C’è un fronte vasto delle società più piccole che avrà molto da obiettare e il presidente Ghirelli avrà il compito di mediare ma la riforma dovrà essere in grado di portare dei vantaggi anche a chi è destinato a restare, fino a un’eventuale promozione, nel semiprofessionismo da molti peraltro invocato.

Senza i ricavi derivanti dall’assenza di pubblico per gran parte della prossima stagione, dagli sponsor e dal merchandising è evidente che verranno a mancare anche quei minimi fondamenti economici comunque insufficienti a fronteggiare i costi dell’attività professionistica. Da qui l’idea di restringere il campo per dar vita a un torneo che abbia più appeal per chi investe e anche per i network televisivi. Ma con quali criteri si potrebbe definire il ranking? Il merito sportivo sarebbe il parametro indubbiamente più adeguato se non fosse necessario un intervento immediato vista l’urgenza. E allora nell’eventuale valutazione oltre a un coefficiente dato dalla media punti acquisita in questa stagione deturpata dall’epidemia, per la concessione della licenza non potrà che essere valutata per ciascuna società la solidità economico-finanziaria, quella organizzativa, le infrastrutture (in primis lo stadio) a disposizione, la media spettatori ecc. Tutte caratteristiche che incrociano quei sodalizi come l’Unione che negli ultimi trent’anni, magari con picchi e cadute, hanno fatto la spola tra la B e la C. —
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo