#Iorestoacasaenavigo... nella storia del Lloyd triestino

TRIESTE Il cartellone di #iorestoacasaenavigo, le iniziative a portata di clic ideate dal Porto di Trieste, propone per oggi, mercoledì 29 aprile, l’ultimo degli appuntamenti intorno alla storia del Lloyd triestino. Con messa in linea dalle 18, questo nuovo racconto a cura di Francesca Pitacco, dell’Associazione Guide Turistiche Friuli Venezia Giulia, si sofferma i sugli uomini e i mestieri impegnati nella costruzione dell’Arsenale.
Quando a metà del 1800 il Lloyd austriaco decide di impiantare il proprio Arsenale nella zona di Sant'Andrea, Trieste è una città in grandissima espansione. Vengono costruite grandi officine: la Torre era il cuore pulsante attorno a cui ruotavano una ventina di stabilimenti, suddivisi tra sala apparato motori, carpenteria in legno e in ferro che impiegavano artieri di grande valore. L'Arsenale gestiva anche una lavanderia e il 5% della forza lavoro dell’intero cantiere era costituita da donne. Tra i mestieri da ricordare quello dei cordaroli, per l'allestimento delle imbarcazioni, e i calafati, che dovevano garantire l'impermeabilizzazione degli scafi in legno.
Oltre a queste figure, che perdono importanza quando gli scafi iniziano a essere costruiti in ferro, emergono professioni come i “cricchi” e “battibrocche”, rispettivamente chi forava le lamiere e chi poi batteva per saldarle assieme. All'interno delle officine e degli squeri potevano stare fino a 3000 persone.
Lo stato maggiore dell'Arsenale era costituito da ingegneri, costruttori navali, disegnatori e da una quarantina di capi d'arte: si trattava quindi un organismo vivente e ampio, che riusciva a garantire prodotti di altissima qualità riconosciuti in tutto il mondo.
Il calendario proseguirà da venerdì con nuovi consigli cinematografici d’autore a firma di Trieste Film Festival, le rime digitali dedicate ai più piccoli a cura di pordenonelegge, i laboratori di Annalisa Metus e i prossimi viaggi musicali curati dal Festival Wunderkammer.
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