«Io, evasore fiscale, per 20 centesimi»

La disavventura di un esercente: «Non ho fatto il furbo, non ho solo fatto lo scontrino per la differenza ma c’era la Finanza»
Il bar Moonrise in corso Italia a Gorizia
Il bar Moonrise in corso Italia a Gorizia

GORIZIA Ci sono gli evasori fiscali da 6 milioni di euro. Quelli completamente sconosciuti al Fisco, che non denunciano nemmeno un euro d’entrata. E coloro che furbescamente si ”dimenticano” di dichiarare questo o quell’introito. Ma ci sono anche evasori fiscali, evidentemente considerati tali, da... 20 centesimi di euro. Sì, a Gorizia succede anche questo. Una contestazione da Guinness dei primati. Ma al contrario.

A denunciare l’accaduto è Massimo Massoli, titolare del “Moonrise cafè”, sorto negli stessi locali che per anni hanno ospitato la storica agenzia di viaggi Appiani, in corso Italia. I fatti risalgono al 25 settembre, quando Gorizia era letteralmente trasformata grazie a “Gusti di frontiera”, manifestazione che ha portato in città quasi 700mila persone.

«Avevamo allestito, proprio in occasione di “Gusti”, un chiosco in via Oberdan. Eravamo in chiusura. Erano le 21.45. Una ragazza, ad un certo punto, si è rivolta al nostro stand e ci ha chiesto una bottiglietta d’acqua. Ho battuto lo scontrino, come sempre faccio, di un euro che corrisponde al prezzo del prodotto acquistato - racconta Massoli -. Tutto normale, tutto regolare. Qualche minuto dopo, la stessa ragazza è tornata al chiosco: aveva cambiato idea, voleva un the alla pesca e siccome la bottiglia d’acqua era completamente integra e con il tappo non rimosso ho proceduto con il cambio. La differenza era di venti centesimi. Considerando che eravamo in chiusura e considerando anche la cifra assolutamente irrisoria non ho battuto un nuovo scontrino. La ragazza se n’è andata tranquillamente».

Ma la scena è stata seguita attentamente da due finanzieri che hanno chiesto immediatamente conto a Massoli del perché, nell’occasione, non era stato emesso lo scontrino. «Non volevo credere alle mie orecchie. Pensavo fosse uno scherzo. Pensavo di essere protagonista di “Scherzi a parte” e immaginavo che, di lì a poco, sarebbe uscito un operatore televisivo nascosto e, assieme, avremmo fatto una grassa risata. Ma tutto era terribilmente vero».

Massoli mostra il verbale di contestazione. Si parla di irregolarità nell’emissione degli scontrini fiscali. «I due finanzieri hanno barrato la casella relativa evidenziando che l’importo è di 20 centesimi. Si precisa anche la cifra è “relativa al pagamento sulla differenza di prezzo di un cambio merce”. Mi sono rifiutato di firmare quel verbale ma ho accettato la copia proprio per avere la testimonianza visiva di quella che considero una cosa incredibile».

Massoli è un fiume in piena. Non si capacita dell’accaduto. «Avessi distribuito alla clientela cinquanta birre senza emettere scontrini, reciterei il mea culpa. Se avessi fatto il furbo, sarebbe stato giusto punirmi. Ma gli scontrini, nel mio bar e anche nel chiosco temporaneo di via Oberdan, sono stati emessi sempre e ora mi contestano una cifra ridicola».

«Capisco che i conti dell’Italia sono in disordine ma non è sicuramente in questa maniera che si salva un Paese sull’orlo del precipizio. Ci sono evasori fiscali che continuano allegramente ad essere sconosciuti al Fisco, eppure operano come se nulla fosse e si fanno beffe di tutti».

Sul verbale non viene chiarita l’entità della contestazione. «In altre parole, non so nemmeno a quanto ammonterà la multa. Certo, sarebbe una beffa tremenda se dovesse raggiungere centinaia di euro. Già gestire un’attività in questi momenti non è semplice, poi succedono queste cose che smontano ogni entusiasmo».

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