«Io, ammalato da un mese tra guarigioni illusorie e test sempre positivi»

TRIESTE D. ha quarant’anni ed è uno dei primi ad aver contratto il Covid19 a Trieste. Oggi sta bene, non ha mai avuto bisogno di un ricovero ospedaliero, ma a un mese dal contagio risulta ancora positivo. Tre i tamponi ai quali è stato sottoposto finora, l’ultimo solo qualche giorno fa. E un quarto verrà effettuato nei primi giorni di aprile.
Un racconto, il suo, che mostra come chi è guarito abbia bisogno spesso di un lungo periodo di quarantena, per uscire completamente dall’incubo coronavirus, anche per non contagiare altre persone. Ma fa capire anche il reale rischio della presenza di tanti asintomatici in giro. «La data del presunto contagio è sabato 29 febbraio - racconta - durante una cena tra amici, in un locale. Qualche giorno dopo, mercoledì 3 marzo, ho accusato i primi sintomi, dolori muscolari e alterazione. Giovedì e venerdì la febbre è salita, sabato ancora qualche linea e poi sono stato bene. Non ho mai avuto tosse, mal di gola, raffreddore o altri disturbi legati alla respirazione. Nessun problema grave e anche la temperatura non è mai stata troppo elevata, quindi non mi sono preoccupato. Sono stati i tipici segnali di quella che sembrava una banale influenza, anche se, a differenza di altre volte, ho avuto mal di testa e un senso di debolezza molto forte».
Qualche giorno dopo uno degli amici con cui aveva condiviso quella serata di fine febbraio lo chiama. È stato male ed è risultato positivo al Covid19. «Ero proprio accanto a lui durante la cena, avevo avuto la febbre, ho pensato di contattare prima il numero verde che era stato istituito e poi l’Azienda sanitaria. Mi hanno assicurato che avrebbero provveduto ad avvisare anche le altre persone presenti alla cena. A quel punto, l’8 marzo, ho fatto il primo tampone. Positivo».
Ma l’uomo ormai sta bene e non si preoccupa troppo. Resta ovviamente a casa, come disposto dai sanitari, in attesa che l’esame risulti negativo. «Ho rifatto la procedura il 15 marzo, e poi nuovamente il 26. Sempre positivo. Ora attendo un ulteriore tampone, fissato al 2 aprile. E se finalmente il risultato sarà negativo - spiega - dovrò ripeterlo il giorno dopo, per confermare con sicurezza l’esito. A quel punto potrò dire di esserne fuori. Domani, 29 marzo, sarà un mese dal contagio. Nel frattempo comunque sono migliorato e non ho avuto più febbre o altro».
Come D. anche altre persone sono risultate positive successivamente all’apparente guarigione. Alcune poi, nei tamponi, hanno avuto prima un esito negativo e poi ancora positivo. Ma c’è anche chi, pur essendo entrato in contatto con una persona colpita dal virus, di fatto non ha manifestato alcun sintomo pur essendi risultato positivo al test. E ancora c’è chi ha sofferto di qualche leggero malessere, ma non si è preoccupato troppo. «Ricordo nei primi giorni di marzo qualche amico con mal di gola - aggiunge l’uomo - ma eravamo in un contesto diverso da quello attuale, chissà se qui piccoli segnali erano legati a un potenziale contagio».
Per D. comunque, come detto, il peggio è passato. «Continuo a casa la quarantena come stabilito, sperando che il prossimo tampone sia negativo. Dai sanitari ricevono una telefonata ogni giorno - aggiunge -. Chiedono come sto, la temperatura e se si sono manifestati nuovamente i sintomi. Il monitoraggio è efficace». —
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