Inverno mite e inquinamento Carso ancora pieno di zecche

Le zecche proliferano sul Carso e le segnalazioni arrivano anche da aree verdi in città, soprattutto da parte dei proprietari di cani, che in questi giorni sui social più volte hanno lamentato di aver trovato il fastidioso animaletto tra i peli del proprio amico a quattro zampe. Colpa, secondo gli esperti, di una serie di concause, dettate da un inverno finora abbastanza mite e dall’inquinamento generale, che ha eliminato chi della zecca si cibava solitamente.
«Si sta creando un grande squilibrio a livello ambientale – sottolinea Nicola Bressi, zoologo –: in tutto il mondo si registra una diminuzione degli insetti dell’80% negli ultimi anni, e ricordo che la zecca non è un insetto. Si tratta di una diminuzione costante, a eccezione delle specie che vivono alle spalle dell’uomo. In pratica stiamo sterminando quelle “buone”. Ricordo che una volta, quando sbocciavano i fiori di maggio, ad esempio, era un trionfo di api e simili attorno, ora non c’è più nulla. E gli insetti erano alcuni dei predatori proprio delle zecche: sterminandoli, si lascia a queste campo libero. È uno dei motivi per i quali l’ecosistema si sta impoverendo ovunque».
A influire poi è anche una stagione invernale non particolarmente rigida, per cui le zecche si sono fermate pure in giardini o zone verdi non lontani dalla costa. «A Trieste centro quest’anno non ci sono state gelate – prosegue Bressi – e il termometro non è mai sceso sotto lo zero. Questo sicuramente ha contribuito alla permanenza degli animali in città, anche se bisogna ricordare che se la zecca passa l’inverno attaccata alla pelliccia di qualche animale, può sopravvivere senza difficoltà, quelle che invece vivono nell’erba risentono più del clima, in caso di freddo».
Sui social in molti raccontano di aver trovato l’animaletto sul proprio cane nelle ultime settimane, dopo qualche passeggiata sul Carso o in città, durante le giornate di sole, ma c’è chi scrive che si è trovato costretto a rimuoverne dopo un’uscita anche nei mesi scorsi, con le temperature decisamente più basse. «Ricordo che le zecche che si trovano sui cani – aggiunge Bressi – sono quelle che scelgono solitamente di depositarsi sempre sui cani stessi». Ma molte persone si dicono preoccupate comunque per i morsi delle zecche e i rischi conseguenti, soprattutto in caso di escursioni nel verde con i bambini. Ed è amara la constatazione di Bressi sul cambiamento in atto e sugli animali che continuano a diffondersi: «Sono quelli che spesso ci procurano fastidi ma che noi abbiamo contribuito a far crescere. Purtroppo – ribadisce l’esperto – lo squilibrio che si sta sempre più verificando porta all’aumento di specie che traggono beneficio dal contatto con l’uomo, vedi zanzare o ratti. E, appunto, le zecche». —
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