Invento Trieste, il designer: "Il contest turistico lanciato da Bucci è la sagra del logo"

«Questa iniziativa è frutto ed espressione di ignoranza totale. Sia culturale che delle pratiche del lavoro». Paolo Tassinari, assessore alla Cultura di Trieste dal 2014 al 2016 con la giunta Cosolini, lavora nel campo del visual design dalla fine degli anni ’70. È pure art director di «Casabella», rivista internazionale di architettura, dal 1996. Di brand, loghi, immagine e spot, insomma, se ne intende. Preferirebbe non dire nulla del concorso “Invento Trieste” lanciato sul web dall’assessore Maurizio Bucci per trovare il brand della città turistica. «È imbarazzante», dice Tassinari . Non è indifferente che tutto questo accada in una città come Trieste che ha fatto scuola nella comunicazione grafica a partire dalla cartellonistica di inizio secolo.
«Denoto una ignoranza profonda di come funzionano le cose. Spaventosa. Al di là delle idee che si possono avere, il vero nodo è quello della committenza. Con un’operazione di questo genere la committenza (il Comune, ndr) rinuncia al suo ruolo. E quindi non governa minimamente il progetto. Non si capisce neppure se si vuole realizzare un progetto o solo cercare il consenso, fare la battuta, muovere le acque. Così va bene tutto. Siamo alla sagra del logo», attacca Tassinari che nel 1980 con Pierpaolo Vetta fondò lo studio Tassinari/Vetta che attualmente conta su dieci persone
Tra le sue creazioni c’è pure l’immagine coordinata del Comune di Trieste. Fu realizzato un manuale di immagine che ottenne una segnalazione al Compasso d’oro del 2000. «Quello era un progetto che nasceva per ridisegnare l’immagine coordinata dell’azienda comune. E nel corso del lavoro si era riusciti a far passare di dare un segnale alla città intesa come comunità. Di questo lavoro purtroppo è sopravvissuto solo qualche frammento», ricorda Tassinari. Lo studi Tassinari/Vetta si aggiudicò il concorso di idee messo in campo dall’amministrazione di Riccardo Illy nel 1996. Ne derivarono il marchio, l’alabarda bianca in campo rosso e il logotipo (Trieste) disegnato in un carattere, chiamato Tergerstea, da posizionare bianco su nero, in verticale sempre, in alto a destra a uscire dalla pagina.

Il costo dell’operazione ammontò a circa 94 milioni di vecchie lire (non propriamente un tablet). A ritirare il premio a Milano, ironia della sorte, fu il 5 novembre 2001 proprio Maurizio Bucci da poco assessore della prima giunta Dipiazza.
“Invento Trieste”, con il suo premio in natura, è già stato segnalato al sito dell’Aiap (Associazione italiana design della comunicazione visiva) che pubblica una lista nera di concorsi inaccettabili (i concorsi NO).
«Lo sconforto dei grafici è in aumento esponenziale, grazie al proliferare di concorsi di idee di ogni genere e tipo, aperti “democraticamente” a tutti, commissionati sia dall’amministrazione pubblica che da enti privati, che risultano inaccettabili, sia per la loro formulazione che per l’ammontare dei premi offerti, spesso miseri, se non addirittura inesistenti», si legge. Una descrizione perfetta del concorso triestino.
«Del resto se è la prima volta che in Italia si fa un concorso del genere, come sostiene l’assessore, un motivo ci sarà. Io mi farei qualche domanda», aggiunge Tassinari. E il premio in natura? «Mi pare grottesco». Il problema sono le idee, Quelle che a Bucci non mancano. «Il vero problema non è avere le idee. Il problema è realizzarle. Trasformarle in un progetto. L’ideazione è importante, ma lo è di più la realizzazione. E affidarsi a una operazione così casuale non aiuta di certo. Fa solo confusione».
Il curriculum di Tassinari: nel 2011 è stato premiato con il Compasso d’oro/Adi per il lavoro sul Napoli Festival Italia. I principali progetti recenti riguardano il Museo Nazionale del Castello di Versailles, il Palacongressi di Rimini, Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia, la Soprintendenza Archeologica di Roma, il Nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Belmonte Riso a Palermo, la Regione autonoma Fvg, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano.
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