Invenduta la casa che ospitò D’Annunzio. Targa della marcia su Fiume sulla facciata
RONCHI Due enti distinti, al civico 59 e 61 di quella che, allora, si chiamava via Trieste. Sono quelli che, a Ronchi dei Legionari, formano la casa che, nella notte tra l’11 e il 12 settembre 1919, ospitò Gabriele D’Annunzio, in procinto di mettersi in cammino alla volta di Fiume. Da quasi un anno sulla facciata, dove si trova anche un’imponente targa che ricorda l’illustre ospite, sono appesi gli avvisi che ricordano al passante come essa sia stata posta in vendita. Al miglior acquirente con il suo passato, le sue pareti intrise di storia e con quelle parole eloquenti incise sul marmo che recitano “La notte del XII settembre del 1919, presente la grande ombra di Guglielmo Oberdan, qui sostava, arso di febbre, di volontà eroica, Gabriele D’Annunzio, in attesa dell’alba radiosa, che vide la marcia dei legionari, dietro l’ultimo volo della vittoria”.
Nel 2019 si ricorderà il centenario dalla marcia su Fiume e già l’amministrazione comunale ha sottolineato come saranno numerosi gli eventi che faranno ripercorrere la storia e gli eventi. Alla vigilia del centenario, forse, c’è chi pensa di fare di quell’edificio un nuovo luogo della memoria. Così, almeno pare, potrebbe esserci l’interesse di alcune associazioni patriottiche, pronte a farsi avanti. L’immobile, che si sviluppa su due piani, è formato complessivamente da 7 stanze, divise da una parte che fu commerciale e ospitò l’attività artigiana del termotecnico Flavio Piccoli, scomparso nel settembre 2016, e da una parte squisitamente abitativa. La prima è stata messa in vendita a 49 mila euro, mentre la seconda, seppur in assenza di una stima ufficiale, non si discosterebbe troppo da questa cifra. Nonostante siano passati molti anni dalla sua costruzione, che sarebbe avvenuta ai fini dell’Ottocento, l’abitazione si presenta in buone condizioni.
Certo, ci sono lavori da fare, una manutenzione generale da compiere, ma tutto sommato si tratta di un buon affare. Chissà che, prima della scadenza del centenario, essa possa passare di mano e diventare, magari, una nuova occasione di richiamo, anche turistico della città. Come, per altro, potrebbe avvenire se, nell’ambito della rivisitazione della piazza, potesse essere maggiormente valorizzata la targa che ricorda l’arresto dell’irredentista triestino Guglielmo Oberdan, a poche centinaia di metri di distanza.
D’Annunzio arrivò a Ronchi nel pomeriggio dell’11 settembre 1919 e fu ospitato nella piccola casa dell’allora via Trieste, divenuta via D’Annunzio nel 1921, dove s’affittavano camere per i viaggiatori che, allora, non trovavano posto in locande o alberghi. Passata la mezzanotte, il poeta attivista si trasferì nella casa del podestà Alessandro Blasig, che in quel periodo ospitò gli uffici del municipio, evidentemente inagibile, e, con i suoi ufficiali, vi tenne il primo quartier generale di Fiume.
Da villa Blasig il poeta comandante, il 12 settembre 1919, partì per Fiume, dando origine all’importante avvenimento storico che fu poi denominato l’Impresa di Fiume. Era l’alba dello stesso giorno quando, dall’autoparco di Palmanova, arrivarono 23 autocarri del tipo “Ter”. Da Vermegliano, nella zona del Cotonificio Triestino, dov’erano alloggiati i granatieri, la colonna passò per via Roma, dove c’erano ad attenderli lo stesso D’Annunzio e i soldati che erano venuti con lui da Venezia. Proseguirono lungo l’attuale via Verdi, piegando verso la chiesa di San Lorenzo.
Pochi metri più avanti il “Vate” guidò i suoi legionari verso Fiume. Un’impresa epocale, seppur chiacchierata, contestata e relegata da alcuni come la prova generale per la successiva marcia su Roma guidata da Benito Mussolini.–
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