Intesa sulla Revas, evitati i licenziamenti
TRIESTE Happy-end dal sapore natalizio e chiusura inaspettata del negoziato tra Saiph-Orion e le organizzazioni sindacali sulla vertenza Revas. Dopo sette ore di discussioni, iniziate alle 9 di ieri mattina nella sede aziendale di via Caboto, alle 16.10 le parti hanno sottoscritto un verbale di intesa alla presenza del curatore fallimentare Piergiorgio Renier. Ricordiamo che l’offerta di Saiph-Orion - ammontante a 2,5 milioni - era stata l’unica pervenuta al professionista incaricato di gestire il crac dell’azienda metalmeccanica, formalizzato dalla sezione fallimentare del Tribunale triestino il 30 settembre scorso.
L’annuncio è stato dato dal segretario della Fiom triestina, Sasha Colautti, che ha riassunto in questi termini il risultato negoziale: parte un percorso di 24 mesi per i 119 dipendenti ancora in organico (erano 132 fino a qualche settimana fa), senza ricorrere a licenziamenti e con l’accompagnamento della Cassa integrazione straordinaria. Si opererà con le mobilità volontarie e con forme di outplacement, per favorire il ricollocamento dei lavoratori.
Punto di caduta della riorganizzazione sarà un nuovo assetto occupazionale tarato attorno a 80-85 unità: Colautti ritiene plausibile che già nei prossimi giorni una ventina di addetti potrebbe lasciare Revas. Non va dimenticato che la metà delle maestranze proviene da paesi est-europei, soprattutto Croazia e Romania, e non ha ragione di restare a Trieste senza prospettive occupazionali. Il segretario della Fiom triestina sottolinea che la “giungla” dei superminimi in busta paga, attivata dai precedenti proprietari per “arruolare” personale specializzato, sarà sostituita con un premio di risultato standard.
A siglare l’accordo l’amministratore delegato di Orion, controllante della “newco” Saiph, Luca Farina, che era accompagnato da Marco Bono e dall’avvocato Maurizio Consoli. Per i sindacati, oltre a Colautti, c’erano i rappresentanti di Fim Cisl e Uilm. In un secondo tempo ha firmato anche Ugl. Adesso l’intesa sarà ratificata dal rituale appuntamento assembleare. Un’assemblea a chiudere e un’assemblea ad aprire: infatti martedì 15 i lavoratori avevano dato mandato ai sindacati per trovare la quadra con la parte datoriale. Preoccupazione prioritaria era mettere a punto soluzioni “morbide” dal punto di vista occupazionale. D’altro canto a Saiph-Orion premeva raggiungere l’accordo con i sindacati, un passaggio fondamentale per ottenere via libera dal curatore fallimentare. Alla vigilia dell’incontro di ieri le posizioni parevano lontane, tant’è che Colautti aveva giudicato «irricevibili» i numeri indicati dalla potenziale acquirente. Poi le reciproche convenienze hanno facilitato una convergenza, che potrebbe rivelarsi importante per riscrivere una storia più fortunata di Revas.
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