Intesa con Roma sul patto di stabilità
TRIESTE. La giunta chiude l’annosa questione del Patto di stabilità con lo Stato e mette la parola fine anche ad un’altra attesa partita, quelle delle nomine dei direttori regionali. Accogliendo formalmente le proposte ministeriali su cosa “salvare” dai vincoli imposti dal governo, l’esecutivo ha tracciato la strada che consentirà di liberare risorse a vantaggio dell’amministrazione. Detta in altri termini si apre la possibilità, per la Regione, di spendere più denaro pubblico con effetti a cascata per i Comuni.
Le cifre
Le risorse, come avverte lo stesso assessore alle Finanze Francesco Peroni, al momento però difficilmente calcolabili. «Sono esclusioni – chiarisce Peroni – che ci permettono di guadagnare un’area di manovra più ampia nei confronti dello Stato, mentre gli enti locali rispondono di quello che noi riversiamo come dotazione». Resta ancora in ballo, invece, la partita dei 25 milioni di euro di spazi finanziari: il tetto massimo che la Regione potrebbe concedere agli enti locali di qui ai prossimi mesi. Ma rimane comunque il dato iniziale, di non poco conto, su cosa si libera dagli obblighi nazionali. È su questo, grazie agli accordi definiti il 25 luglio scorso con la ragioneria del ministero, che l’esecutivo ha messo un punto fermo. Anche se per conoscere in maniera puntuale gli effetti pratici, i sindaci dovranno pazientare un po’. «Il riflesso sui Comuni – spiega Peroni – deriverà dall’ampiezza degli spazi che la Regione si è guadagnata con questo accordo. La Regione avrà più spazi di spesa e quindi potrà versare di più».
Il Patto
Il negoziato delinea alcune clausole su cui negli ultimi mesi si è battuto il Fvg: innanzitutto verrò rivista la base di partenza del limite di spesa assegnato, operazione che permette di recuperare consistentinanziari pari a oltre la metà di quanto stabilito dal governo in un primo momento. Sono fuori dai vincoli, inoltre, varie tipologie di spesa: dalle spese per “funzioni o competenze” svolte per la prima volta dalla Regione, come ad esempio la revoca per il Commissario della laguna di Grado e Marano; a quelle effettuate “a valere sulle risorse dei cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali”, nei limiti della dotazione di 18 milioni di euro assegnata dal ministro dell'Economia. E, ancora, spese relative alla mobilità sanitaria riferite ad esercizi pregressi e pagamenti dei residui passivi per i trasferimenti correnti agli enti locali. «Un buon punto di equilibrio - Peroni - che vede accolta la gran parte delle nostre proposte a conferma delle buone relazioni con Roma». Quanto alla partita dei 25 milioni di euro di “tetto massimo” contenuti nella legge “omnibus”, «dobbiamo valutare l’esito del negoziato e le quantificazioni. Solo dopo - conclude Peroni - potremo stabilire c’è la possibilità di uno stanziamento aggiuntivo».
Il valzer dei dirigenti
Sempre ieri la giunta, su proposta di Paolo Panontin, ha formalizzato gli incarichi dei direttori centrali. Il ruolo di segretario generale resta assegnato a Daniele Bertuzzi, meetre Guglielmo Berlasso rimane a capo della Protezione civile. Paolo Viola assume l’incarico di ragioniere generale al posto di Antonella Manca, che passa alla Funzione pubblicaa Manca. L’incarico di direttore centrale Cultura e Sport va ad Anna Del Bianco, mentre Dario Danese “vince” la direzione Ambiente e Energia. Magda Uliana passa dall’Erdisu di Udine alle Infrastrutture. Come direttore alle Attività produttive e Commercio, in base allo “schema” proposto da Panontin, è stato scelto Franco Milan, mentre Ruggeri Cortellino passa alla direzione Lavoro e Formazione. Tutti gli incarichi avranno durata fino al 31 dicembre 2014. Restano ancora da riempire, invece, le caselle dell’ufficio stampa della giunta e, ruolo ancor più di peso, direttore generale di Palazzo.
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