Intervista a Cosolini: «I grandi eventi del 2014 un’esca per il turismo»
Bruce Springsteen, Green Day, Pearl Jam. Arrivato a metà del guado, Roberto Cosolini ha ancora due anni e mezzo per scongiurare il rischio di essere ricordato come il sindaco dei grandi concerti e poco più. Eppure subito dopo la sua larga vittoria su Roberto Antonione il primo cittadino s’era messo a navigare in un mare di buone intenzioni. Allora nel suo programma si parlava di sviluppo e di rilancio della città e in particolare di Porto vecchio ma finora, anche se le colpe non possono essere tutte sue, sul teleschermo del Municipio c’è solo una fitta nebbiolina. Fittissima in Porto. Roberto Cosolini assicura che in questi due anni e mezzo manterrà tutte le promesse fatte in campagna elettorale. «A chi sostiene che abbiamo fatto poco io sottolineo che nel frattempo siamo precipitati nella crisi più grave del Dopoguerra, questo è un dato oggettivo e ciò rende tutto più difficile e allunga i tempi. Ma non demordo dagli obiettivi che mi ero prefissato, ossia quelli di rendere questa città più attrattiva per gli investimenti e per le imprese. Il compito della politica è creare un terreno fertile. Pur nella crisi e nei tempi lunghi dell’Amministrazione, due anni e mezzo non sono stati spesi invano».
Ma di cosa parliamo?
Innanzitutto di sviluppo turistico, di alcuni investimenti privati in aree di interesse strategico facilitati da una modernizzazione della città attraverso gli strumenti di programmazione. Del resto qualche segnale di fiducia nei confronti di Trieste lo ha dato Allianz che investe 40 milioni sulla sede dopo che era data in partenza, Generali che qui fa l’Academy, e Farinetti con Eataly sulle Rive. E dopo tanti anni avremo un treno normale da Trieste a Milano. Si tratta di continuare a lavorare in questa direzione.
Sindaco, in questi due anni Trieste è stata colta dall’ennesima paralisi. La città continua a dormire. Tuttavia sonnecchiava anche prima, negli ultimi vent’anni, quando a Trieste dettava legge l’ex senatore Giulio Camber che oggi affigge manifestini esortando Trieste a svegliarsi... Al di là delle solite schermaglie politiche, come farà lei a svegliarla?
Dal punto di vista imprenditoriale trovo che oggi le potenzialità in campo turistico, inteso come cultura dell’accoglienza, siano molto cresciute. Il turismo deve consolidarsi, facilitato anche dai grandi eventi. A Giulio Camber, invece, ho già risposto rassicurandolo che non dormo, così come non dorme la Regione e credo che il lavoro che stiamo facendo su Arvedi ne sia una dimostrazione. Forse dormiva chi per 10 anni ha promesso di risolvere il problema della Ferriera e non l’ha fatto. E poi ho già ricambiato gli auguri raccomandandogli di stare in relax un paio di anni.
È il momento di dare gas all’intervista. Cominciamo da una domanda facile facile: cosa si aspetta dal 2014?
Il 2014 sarà una vetrina straordinaria per Trieste. Al di là delle simpatiche battute sul sindaco rock non ci saranno solo i concerti. Molte le cose in cantiere: il Carnevale Europeo, l’apertura del museo de Henriquez e poi ci sono gli eventi della Grande Guerra, il Giro d’Italia, i Mondiali di pallavolo che saranno un’occasione per far conoscere Trieste. E poi ripartirà il tram.
Ma ormai è un tram chiamato desiderio...
Ad aprile sarà in funzione. Già fatta la gara, consegna lavori entro gennaio, due mesi di lavori salvo imprevisti.
Da un sindaco rock era lecito attendersi una giunta con un andamento meno lento. La questione di Largo Granatieri, per esempio, ve la palleggiate ormai da un anno. Il Piano traffico solo ora vedrà forse la luce, il Prg stenta a decollare...
Conto di avere nella primavera 2015 l’approvazione definitiva del Prg, in soli 3 anni e mezzo. Un tempo record in Italia. Semmai c’è da chiedere qualcosa a chi il Prg non l’ha fatto in dieci anni. Su Largo Granatieri mi sono assunto la responsabilità di un’ordinanza per evitare che su una proposta equilibrata l’ostruzionismo dell’opposizione umiliasse istituzioni e dipendenti bloccandoli lì per 15 ore. Entro un paio di settimane intendo emettere l’ordinanza per farla finita. Non credo però che l’andamento sia lento considerato anche che con le regole della pubblica amministrazione di questi tempi andando a cento all’ora ci si schianta. Il Piano del traffico andrà progressivamente in attuazione nel 2014.
Già, il Piano traffico, dopo che è fallita sotto le feste la sperimentazione della chiusura di Corso Italia, dovrà essere emendato. Quel ring rischia di diventare un imbuto...
Quella sperimentazione chiudeva delle vie senza mettere in campo tutte le alternative. Ha funzionato per lo shopping, quando è ripreso il traffico normale si sono verificati problemi, è vero e ci siamo già scusati. Ma il vero Piano è una cosa diversa, studiata per assorbire carichi elevati in tempi sufficientemente veloci.
Speriamo. Ma spostiamo leggermente il mirino. Con Kraus alle attività produttive un cambio di passo c’è stato; tuttavia, sindaco, Omero lo aveva schierato fuori ruolo...
Con il senno di poi, avrebbe incontrato meno difficoltà in un altro incarico di giunta dove peraltro c’è un assessore che sta facendo bene (Marchigiani, ndr)
Non si capisce bene ancora, invece, dove giochi Treu: quando lo abbiamo chiamato per le sanzioni disciplinari comminate ai dipendenti comunali aveva ammesso candidamente di non conoscere il provvedimento malgrado la delega sul personale gli appartenga. Cosa non quadra?
Treu da assessore al personale sta riprendendo bene un filo di relazioni sindacali che sono necessarie in una grande realtà come il Comune e sta lavorando con il segretario generale perché è prossima la scadenza della macrostruttura, ossia gli incarichi dei dirigenti. Oltre a ciò porta un alto tasso di esperienza politica, utile in una giunta giovane.
Non trova che sia un po’imbarazzante che un sindacalista Cgil debba trattare sulle questioni sindacali?
Ovviamente lo fa dopo aver separato la sua strada da quella della Cgil. Ha grande esperienza, non ci vedo controindicazioni
Resta il fatto che a lei, sindaco, spesso la sentono brontolare che in Comune si lavora poco...Anzi l’espressione è più colorita...
Come ho scritto in un messaggio augurale ai dipendenti la stragrande maggioranza opera con impegno e professionalità, spesso il risultato che si traduce in servizi a cittadini e imprese potrebbe essere migliore. Da un lato pesa il sistema burocratico-normativo, dall’altro credo che possiamo migliorare l’organizzazione che per tradizione negli enti pubblici è molto settorializzata e frammentata. Infine credo che un salto di qualità, vista anche la crisi, possa essere d’aiuto se ognuno di noi, sindaco, giunta, dirigenti e dipendenti, nello svolgere qualsiasi funzione o pratica prova a mettersi per un attimo dall’altra parte del tavolo per vedere cosa si aspetta il cittadino, dei problemi che deve risolvere.
L’assessorato alla cultura va avanti con Miracco in sella?
Certo. Il progetto Science Center va avanti in pescheria, è questo è l’anno della Grande Guerra e del sessantesimo del ritorno all’Italia e il decimo dall’ingresso della Slovenia nell’Ue. L’itinerario del difficile Novecento a Trieste è la nostra priorità culturale. Poi ricordo che abbiamo salvato due teatri e intessuto rapporti con altre città europee. Continueremo anche a valorizzare le potenzialità presenti in città come Trieste Estate superando la frammentazione di questi tempi insostenibile.
E l’assessore allo sport-sindaco riesce a svolgere le sue mansioni?
Con fatica ma lo fa. Sto incontrando società e associazioni e visitando gli impianti.
Se il sindaco con la delega allo sport avrà partecipato a tutti i brindisi natalizi delle società ne sarà uscito sbronzo più di una volta...
Sono andato a diversi brindisi, mai più di un bicchiere....
Sicuro sicuro?
Parola mia.
Allora andiamo avanti. Fra poco comincerà una lunghissima volata per la campagna elettorale: non è pericoloso essere sguarniti sul versante dello sport, storico bacino di voti del centrodestra?
Credo che il centrodestra abbia premiato alcune realtà e trascurato molte altre. Dai noi si attendono regole uguali per tutti, senza fare promesse facili.
Già che ci siamo parliamo delle future elezioni amministrative: come la vede una possibile corsa con Dipiazza e magari con mister millepoltrone Antonio Paoletti?
Penso che il sindaco uscente più degli avversari, tutti rispettabili, deve avere a cuore di presentare un serio bilancio di mandato agli elettori, in questo modo parlerà con i fatti. Chi corre da sfidante parte da una posizione completamente diversa. Dipiazza ha una popolarità importante ma penso che stiamo portando a conclusione i nostri obiettivi in una situazione molto più difficile dalla sua. Lui è conosciuto soprattutto per i lavori pubblici, più nelle piazze che nelle scuole, e per la sua indubbia capacità empatica. Lo rispetto ma non mi fa paura. Quanto a Paoletti pare abbia invece espresso diverse opzioni...
A proposito, come sono i rapporti attuali con l’ex sindaco? Era diventato quasi un suo alleato prima delle elezioni, ora ha riallacciato i rapporti con Giulio Camber...
I rapporti tra di noi sono di grande cordialità, quanto alle sue giravolte ci siamo abituati, basta non prenderle per oro colato.
E con Marina Monassi il dialogo sul porto sembra essere sempre difficile.
Mah, cerco sempre di dare collaborazione istituzionale. Così ho cercato con l’Autorità portuale, non nascondo che su certi temi è difficile, vedi Porto vecchio. Penso che l’Autorità potrebbe fare di più per il rilancio del porto sfruttando tutte le potenzialità.
Il prefetto, intanto, si è pronunciato sul punto franco in Porto vecchio...
Il prefetto Garufi dice una cosa vera a cui io ne aggiungo una altrettanto vera: tutte le istituzioni elettive, Comune Regione e Provincia, si sono espresse chiaramente per lo spostamento del punto franco. Ricordo che il precedente prefetto Giacchetti aveva posto la questione al governo ma se come dice la sentenza del Tar lo spostamento lo può fare il Commissario del governo, allora basta farsi dire dall’Autorità portuale dove spostarlo perché serve al porto. Trieste su questo ha dimostrato di avere una larga maggioranza.
Quali iniziative per il 2014 in Porto Vecchio?
Da parte nostra nessuna, troppo isolato. A rischio flop. L’area va prima rivitalizzata.
Anche con il vescovo Crepaldi mi pare non ci sia grande feeling...
Con il vescovo c’è un rapporto di rispetto e di collaborazione. Tra le altre cose mi ha invitato alla prima delle sue conferenze assieme al ministro Quagliarello. È chiaro che su alcuni temi non c’è convergenza, io rispetto le posizioni dell’autorità religiosa ma è assodato che io sono per la laicità delle istituzioni. Forse il direttore di Vita Nuova non sembra aver capito questo...
Cambiamo gioco. Al Pupkin Kabarett, il 30 al Rossetti, hanno detto che nessuno lascia Trieste perché è impossibile. Non ci sono treni...
Dopo molti anni in cui tutti si lamentavano ma nessuno apriva confronti con il macchinista, ovvero Moretti, rivendico di averlo fatto. La Regione si è aggiunta quando è arrivata Serracchiani e qualche primo risultato già si vede.
Andiamo al cuore dei problemi. L’anno scorso, vantandosi di dire una cosa di sinistra, sosteneva che il lavoro ha priorità su tutto ma a Trieste, dove chiude almeno un’impresa alla settimana, ce n’è sempre meno di gente che lavora... Il Comune potrebbe forse aprire uno sportello per le emergenze?
La crisi ha portato via posti di lavoro a Trieste, anche se va detto che non siamo l’ombelico della crisi, ci sono altre realtà più colpite in regione. Non ci sono ricette miracolose né slogan risolutivi, né bastano i tavoli. Bisogna solo lavorare per facilitare le opportunità per una ripresa che sarà lenta soprattutto dal punto di vista occupazionale. Ciò non toglie che qualcosa, oltre che a lavorare per turismo e porto, vada fatto soprattutto per dare speranze e possibilità ai giovani. Su questo dobbiamo concentrarci con cose magari piccole ma che portino iniezioni di fiducia.
Lavoro fa anche rima con Ferriera, allora si chiude con Arvedi?
Mi auguro proprio di sì perché sono sicuro che oltre a salvare l’occupazione farà seriamente la sua parte anche sul piano ambientale. Speriamo di disinnescare le solite mine vaganti triestine.
Sindaco, ha detto di recente che erano ingiuste le polemiche sul consulente preso da Comune per la Ferriera perché alla fine ha portato un investitore ma Arvedi aveva già bussato alla porta di Servola qualche anno fa, bastava andare a prenderlo dietro l’angolo...
Credo che fosse il 2007 e gli era stata chiusa la porta in faccia...
E poi non trova sconveniente che il consulente del Comune diventi l’uomo-Arvedi a Trieste con incarichi di primo piano?
Arvedi ha da tempo stima di Francesco Rosato, conclusi i contatti preliminari lo ha voluto come suo riferimento locale. Se il risultato finale è positivo, tutto il resto non conta.
I suoi avversari sostengono che attorno alla Ferriera si sia formato una sorta di circolo Pickwick: l’avvocato Giovanni Borgna, legale di Rosato e della Lucchini, per esempio, è diventato presidente dell’Acegas. Solo un caso?
Assolutamente sì, è un caso. Borgna è un professionista stimato e in Acegas, che ora vede la gestione operativa in mano a manager di espressione Hera, serviva una presidenza di garanzia per la città. Logico sceglierlo tra gli amministratori che avevo già nominato.
A proposito di Acegas, quali sono i rapporti attuali con Paniccia?
I rapporti tra Comune e Fondazione sono corretti. Su Paniccia ho espresso un pubblico apprezzamento per il ruolo che ha avuto nella trattativa con Hera.
Fatto sta che sarà difficile vedervi insieme a cena...
Non è necessaria la cena. Per fortuna sta sparendo l’abitudine dei pranzi di lavoro.
Se qui non andiamo più avanti, cambiamo di nuovo gioco. Renzi e Serracchiani due ottimi ombrelli protettivi per la giunta Cosolini?
Serracchiani è un partner istituzionale fondamentale, serviva una Regione consapevole che Trieste è importante per tutto il sistema. Renzi? Un cambio di marcia necessario al Pd, ci ha messo un attimo a capire che Trieste è la più europea tra le città italiane.
Ha dichiarazioni spontanee da fare, chiederebbe il giudice in Tribunale.
Sento moltissimo in questa fase la responsabilità verso la città. Tanti in questi giorni facendomi gli auguri mi dicevano che mi è capitato il periodo peggiore, probabilmente è vero, ma non sarà un alibi o una scusante. Dobbiamo rilanciare la città soprattutto per i giovani.
Un’ultima domanda, molto più seria: a quando la prossima klanfa? Magari dal ponte curto come attrazione turistica?
Alcuni si aspettavano che oltre a dare la medaglia a Cigar mi tuffassi con lui. Un’occasione persa. La mia klanfa è finita a Sydney anche su una televisione australiana, è irripetibile. Tuttavia parteciperò alla prossima olimpiade delle klanfe.
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