Internet resta un mistero per quattro famiglie su dieci

Lo rivela lo studio sulla digitalizzazione del Friuli Venezia Giulia curato da Ditedi. Solo il 60% dei residenti ha un pc in casa. Cresce l’uso del web da parte delle imprese
Un giovane davanti alla schermata di accesso a Facebook
Un giovane davanti alla schermata di accesso a Facebook

TRIESTE. Debora Serracchiani non dimentica che i punti di wi-fi pubblico in Friuli Venezia Giulia erano 20 nell’aprile 2013 e sono oggi 298. Né sottovaluta il fatto che i medici della regione che utilizzano lo strumento delle ricette digitali sono passati in pochi mesi dall’1 al 40%. Eppure la battaglia per colmare il “digital divide”, vale a dire il divario digitale tra chi utilizza le tecnologie dell’informazione e chi ne è invece escluso, è tutta da combattere. Soprattutto nelle famiglie: il 44% dei residenti (contro il 56% italiano e il 65% della media Ue) non utilizza Internet. Numeri e considerazioni emersi ieri a Udine in Camera di commercio, alla presentazione del nuovo portale del Ditedi progettato dalla Ikon di Staranzano, spazio online per le oltre 100 aziende del distretto delle tecnologie digitali 2.0. Occasione appunto per aggiornare lo stato della digitalizzazione del Fvg.

Decisamente preoccupante per quanto riguarda le famiglie: meno della metà naviga, 4 su 10 non hanno un computer in casa, solo una su due è connessa in banda larga, solo una su cinque ha effettuato acquisti online. Più confortanti, invece, i dati che arrivano dal mondo dell’impresa: il 97% degli addetti usa il pc almeno una volta a settimana, il 90% delle società con più di dieci addetti ha una connessione in banda larga, il 66% possiede un sito web, il 90% usa l’Internet banking e l’85% accede a servizi online. Quanto alla pubblica amministrazione, stando all’Osservatorio Netics 2013, il Fvg, con un punteggio di 57,7, si colloca al nono posto in Italia tra le Regioni al passo con il codice per il digitale. Alti e bassi, in sostanza, in un quadro che vede comunque la media delle startup innovative (una ogni 21.819 abitanti) migliore rispetto a quella italiana (una ogni 40.188).

«Ciò che sta cercando di fare il distretto - ha spiegato il presidente del Ditedi Mario Pezzetta, al tavolo dei relatori con la presidente Serracchiani, Lucia Cristina Piu della Cciaa di Udine e il project manager Simone Puksic - è diffondere la cultura digitale coinvolgendo direttamente le pubbliche amministrazioni e i cittadini». Di qui l’operazione del nuovo portale (www.ditedi.it), strumento «immediato, innovativo, facilmente consultabile, pensato per migliorare l’interazione tra aziende ed enti locali». «Le ditte affiliate - aggiunge Puksic - hanno la possibilità di mostrare organizzazione, offerte, know how e servizi». Sarà anche possibile chiedere online preventivi e ottenere tutte le informazioni per mettersi in contatto con le imprese di un distretto che, su invito dell’ente camerale friulano, viaggerà dal 2 al 6 novembre in Florida per conoscere il terzo stato Usa per concentrazione di aziende Ict.

Per Serracchiani, il portale Ditedi «è un ulteriore mattone posato su un progetto nel quale crediamo molto: non nascondiamo l'ambizione di fare diventare il Fvg un modello nazionale». Fondamentale sarà concludere il progetto Ermes: «A quel punto saremo la regione che avrà in gestione la rete pubblica quantitativamente più grande d'Italia. Essere tra l’altro riusciti a mettere pezzi di questa rete sul mercato ci sta permettendo di implementare i servizi in modo importante». Il passo è spedito, prosegue la presidente, grazie anche alla nuova governance di Insiel.

Per rendere concreto il progetto di implementazione digitale, inoltre, il Friuli Venezia Giulia necessita di partner «e di questi il Ditedi è uno dei più significativi. Con il distretto siamo riusciti a fare un ragionamento di sistema anche all'interno del progetto “Go on Fvg”. Tra questo tipo di aggregazioni, il Ditedi è quella che forse meglio sta interpretando, in termini di politiche industriali, la rivoluzione che vogliamo innescare». L'accelerazione sul digitale permetterà anche di affrontare il tema delle riforme su quello specifico versante. «Riformuleremo anche le relazioni all'interno della Regione», conclude Serracchiani citando la novità delle ricette “dematerializzate”.

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