Internet impazzisce per il puzzle-game made in Gorizia

In una decina di giorni il gioco inventato da Gabriele Cirulli ha conquistato 7 milioni di giocatori in tutto il mondo

Gabriele Cirulli e 2048: un nome, un cognome e un numero che forse - anzi, certamente - dicono ancora poco, ma che con ogni probabilità è il caso di segnarsi. Gabriele Cirulli è un diciannovenne goriziano come tanti altri, ma a renderlo differente da tutti i suoi coetanei è proprio quel numero: 2048. “2048” è un videogioco da lui ideato quasi per scherzo all’inizio del mese. Messo on-line la sera del 9 marzo, il giorno successivo è stato linkato sul sito di notizie per programmatori “Hacker News” e ha cominciato a spopolare in tutto il mondo grazie al passaparola dei social-network. In appena una decina di giorni ha conquistato 7 milioni di giocatori dando vita a 75 milioni di partite. Chi è schiavo di Candy-crush, WordOn o Ruzzle e simili, diventerà presto schiavo anche di “2048”. C’è da scommetterci.

Il segreto del successo di questo nuovo rompicapo digitale sta nella sua estrema semplicità. È un puzzle-game matematico che nell’estetica ricorda il “vecchio” gioco del “Quindici”. Si basa sulle potenze di 2 e l’obiettivo è arrivare ad ottenere un semplice riquadro con il numero 2048 inciso sopra. Per farlo bisogna far scivolare il gruppo di numeri verso destra o sinistra, verso l’alto o verso il basso in modo da far sommare tra loro quelli simili: raggiungere il “due all’undicesima” sembra facile, ma non lo è. Neppure il suo creatore per il momento sembra esserci riuscito.

Per giocare basta andare sul sito di Gabriele (http://gabrielecirulli.github.io/2048/). Il gioco è completamente gratuito. Come l’autore stesso ha spiegato, questa sua scelta è stata dettata dall’etica. È legata al fatto che il concetto alla base del programma non l’ha inventato lui. Diplomatosi all’Iti Galilei lo scorso anno, si è ispirato a formule già esistenti e, come ha dichiarato a Repubblica, gli sembrava scorretto fare soldi sul lavoro di altri. Per questo motivo il gioco è open-surce: chiunque può prenderlo, modificarlo e migliorarlo. Per il momento il limite è che non si può scaricare. Per giocare si deve essere on-line.

L’idea di “2048” è nata un paio di settimane fa quando Gabriele aveva deciso di passare il week-end “facendo qualcosa di interessante”: «Più per esercizio che per arrivare al successo».

Sul suo sito internet, per descriversi dice (in inglese) d’essere uno che ama osservare le cose e che si chiede come migliorarle perché, alle volte, non gli basta che funzionino. Dice d’avere un’attenzione quasi maniacale per i dettagli e questo si riflette sul suo lavoro. Ovviamente lavora nel campo dell’informatica. Si occupa di siti web che offrono servizi e contenuti. “2048” è il primo gioco da lui sviluppato per intero. L’avesse messo in vendita, forse avrebbe fatto soldi a palate. Ma non sembra crucciarsi per questa decisione anche perché chi volesse aiutarlo economicamente può sempre fare una donazione attraverso il suo sito internet.

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