Intercity Trieste-Roma a rischio cancellazione
TRIESTE. Spunta l’ipotesi di nuovi tagli ai collegamenti ferroviari. E Trieste rischia di essere messa all’angolo un’altra volta. La cancellazione degli Intercity da e per Roma era stati scongiurata a metà dicembre, con i collegamenti mantenuti in extremis nell'orario invernale. Una soluzione che adesso, però, sembra tutt'altro che definitiva visto che - a solo tre mesi dal loro mantenimento - circolano già indiscrezioni su una nuova, possibile soppressione. L’allarme arriva ancora una volta dai pendolari del Comitato spontaneo Fvg: «Trenitalia ha già comunicato alle Regioni e al governo l’intenzione di cancellare, a partire da giugno, alcune coppie di Intercity che collegano in andata e ritorno Firenze-Roma, Milano-Napoli e Trieste-Roma».
Secondo la denuncia dei pendolari, con l’entrata in vigore dell’orario estivo, prevista il 15 giugno, il Friuli Venezia Giulia finirebbe per perdere gli Intercity diurni che collegano Trieste e la Capitale: partenze alle 7.21 (arrivo a Roma alle 15.20), alle 13.01 (arrivo alle 20.42), e ritorno alle 15.40 (arrivo a Trieste alle 23.31). Se così fosse, durante le ore del giorno Trieste rimarrebbe isolata dai collegamenti diretti in partenza e in arrivo da Roma, eccezion fatta per le soluzioni con cambio a Mestre e per il nuovo Frecciargento che da dicembre collega la Capitale in poco più di 5 ore, la mattina da Trieste alle 6.45, la sera da Roma alle 16.34. Un treno molto veloce, ma ben più costoso (il prezzo ai aggira sugli 85 euro, 25 in più dell'Intercity) e soprattutto scomodo per chi non abita nel capoluogo regionale perché, a differenza degli Intercity, non ferma a Monfalcone, Cervignano Portogruaro, Latisana e San Donà di Piave.
Per raggiungere la Capitale a prezzi vantaggiosi e senza cambi rimarrebbe solo l'IntercityNotte, che però impiega dieci ore di viaggio in entrambe le direzioni: a Trieste parte alle 20.40 per arrivare a Roma alle 6.35; a Roma parte alle 22.35 per giungere a destinazione alle 9.20.
Dura la presa di posizione dei pendolari. Lo spiega lo studente Piero Visintin, che dalla nostra regione raggiunge periodicamente la sede distaccata dell'Università di Pisa a Livorno: «Per Trieste e la Bassa friulana si tratterebbe di un ulteriore isolamento dal resto d’Italia, visto che questi treni garantiscono collegamenti diretti non solo con Roma, ma anche con città importanti quali Padova, Bologna e Firenze, senza l’obbligo di dover utilizzare un treno regionale sino a Mestre, per poi imbarcarsi dopo una lunga attesa su una più costosa Freccia».
«Se le indiscrezioni risultassero vere e venissere quindi confermate da Trenitalia - aggiunge - i passeggeri in partenza da Monfalcone, Cervignano e Latisana non avranno più a disposizione nessun collegamento diretto con la Capitale. Inoltre la sera si creerebbe un buco di tre ore da Mestre per Latisana e Cervignano, prive di collegamenti dalle 19.53 alle 22.53, l'ultimo treno della giornata».
Trenitalia dal canto suo non conferma ma nemmeno smentisce: «Questi Intercity non si sostentano con l'introito dei biglietti perché sono treni a lunga percorrenza di servizio universale, che normalmente vengono sovvenzionati dallo Stato». In altre parole, questi treni qualcuno li deve pagare, e finché non c'è la certezza del finanziamento non c'è nemmeno quella di istituirli.
Sottolinea ancora Trenitalia: «Se non venissero introdotti, sarebbe per la carenza di questo finanziamento statale, ma da qui a giugno la situazione può cambiare. Anche l'anno scorso gli Intercity erano a rischio; poi, in concomitanza con il nuovo orario, è arrivato il finanziamento dello Stato e sono stati attivati».
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