Integrativo Wärtsilä alla volata

Razeto vuole chiudere mercoledì prossimo, sindacati guardinghi

Tempi sempre più stretti per chiudere la serrata trattativa tra Wärtsilä e le organizzazioni sindacali dedicata al contratto integrativo. L’ultimo accordo di secondo livello venne sottoscritto nel 2008, nel 2011 l’azienda chiese di non negoziarne uno nuovo: così il confronto viene di fatto aggiornato a distanza di quasi otto anni. Martedì e mercoledì prossimi le delegazioni - quelle sindacali saranno capeggiate dalle segreterie nazionali - si incontreranno in una “no stop” per tentare di muovere qualche passo in avanti. Per informare i lavoratori sull’andamento della trattativa, le “rsu” hanno organizzato ieri due assemblee, una alle 11 e l’altra alle 14.30, alle quali hanno complessivamente partecipato poco meno di 500 dipendenti su 1050, partecipazione ritenuta senz’altro soddisfacente dagli stessi sindacati. Hanno parlato Andrea Dellapietra (Fiom), Fabio Kanidisek (Fim), Antonio Rodà (Uilm).

Sergio Razeto, capo-azienda della multinazionale finnica in Italia, vuole spingere sull’acceleratore per firmare il contratto in occasione di questa tornata. Decisamente più cauti i sindacati che, per bocca di Dellapietra e di Kanidisek, ritengono vi siano ancora tre decisivi nodi da sciogliere. Il primo riguarda la delicata questione degli interinali, su cui i sindacati dicono «no alla logica delle mani libere». Il secondo è legato alla gestione del cosiddetto “welfare” aziendale, che dovrebbe prevedere la sostituzione dell’attuale Fondo assistenza lavoratori con forme di assicurazione privata: i sindacati vogliono capire cosa cambia per i lavoratori in termini di prestazioni erogate. La terza questione attiene i premi: su quelli correlati alla produttività Wartsila intende inserire nuovi criteri di efficienza, qualità, sicurezza. E i sindacati intendono verificare la «effettiva raggiungibilità» degli obiettivi.

magr

Riproduzione riservata © Il Piccolo