Intascava le quote dei soci, Confcommercio lo licenzia
In due anni ha sottratto alle casse di Terziaria srl, la costola operativa di Confcommercio, più di 40 mila euro intascando da oltre 50 clienti le quote dei pagamenti dei servizi offerti e non facendoli mai arrivare sui conti della società. Un “vizio”, quello dell’agente infedele protagonista di questa vicenda, che gli uffici di Confcommercio hanno scoperto agli inizi di aprile.
A inchiodare il quarantaduenne, agente di commercio molto conosciuto in città già rivenditore della Folletto, è stato il lavoro certosino dei colleghi. Gli impiegati infatti di fronte alle troppe coincidenze, agli ammanchi reiterati e a situazioni che non avevano altra spiegazione se non che qualcuno, dall’interno alla struttura, si appropriasse dei soldi venivano consegnati dai Confcommercio, hanno allertato i vertici dell'associazione di via Mazzini.
Sono bastate poche settimane a quel punto per ricostruire i movimenti del “sospetto” e smascherare la tecnica adottata dall’agente di commercio per vendere i servizi agli associati carpendo la loro buona fede. Il suo ruolo era quello di far visita alle tante aziende presenti sul territorio, proponendo di associarsi oppure di usufruire di servizi aggiuntivi come l’assistenza fiscale, la consulenza del lavoro e i corsi di formazione.
Il funzionario lavorava per Confcommercio da più di otto anni. Nessuna lamentela, nessun ritardo in ufficio. Al contrario i colleghi l’avevano sempre descritto come una persona puntuale, responsabile e capace di instaurare rapporti di piena fiducia con i soci. Due anni fa invece qualcosa è cambiato e, mosso forse da improvvise necessità di denaro, ha iniziato non solo ad incassare quanto i soci dovevano a Confcommercio, ma a vendere pure servizi che Terziaria srl non ha mai offerto. I commercianti truffati hanno riferito che, pur di incassare soldi in contanti, l’uomo li chiamava anche in orari non lavorativi.
Le mancate entrate nelle casse di via San Nicolò hanno nel tempo fatto passare alcuni imprenditori per insolventi. Quando un suo cliente non pagava, tra l’altro, era lui stesso incaricato di sollecitare i pagamenti. E per alcuni commercianti, dopo alcuni mesi, è scattata anche la sospensione dell'erogazione di una serie di servizi.
Una matassa, quella creata dall'agente di commercio, nella quale alla fine è rimasto imbrigliato lui stesso. L'astuzia e la cattiva fede che per tanto tempo gli hanno consentito di inventare scuse, bugie, espedienti per fornire la giusta spiegazione di fronte ad ogni sollecitazione avanzata dagli uffici, non sono servite a convincere la direzione di Confcommercio quando, con conti e dettagli alla mano, è stato chiamato a fornire una spiegazione.
Messo con le spalle al muro, l’uomo la scorsa settimana ha sottoscritto un documento nel quale riconosce le sue responsabilità e ha restituito l'intera cifra contestata. Il rapporto di lavoro ovviamente si è interrotto e agli associati è stata inviata una mail che li informa del fatto che l'uomo non è più autorizzato ad operare per conto di Confcommercio e Terziaria. «Appena di accorta di quanto stava accadendo, la nostra struttura ha immediatamente reagito e preso provvedimenti , - spiega Antonio Paoletti, presidente di Confcommercio -. È stato ricostruito ogni movimento dell’agente, individuando le responsabilità, contattando e chiarendo la situazione con tutti i soci che a loro discapito sono stati coinvolti in questa vicenda. Alla fine è stato anche recuperata completamente la cifra che era stata sottratta - aggiunge Paoletti - e la mela marcia è stata espulsa. Per il momento non abbiamo sporto denuncia. Ma non escludiamo di procedere per vie legali qualora dovessimo riscontrare altre irregolarità».
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