Intanto Polidori lancia la “spending review” per la macchina comunale
TRIESTE. «Ricalibrare gli indirizzi e valutare se certe spese sono giustificabili o meno, perchè non basta avere il resoconto elaborato dai vari settori se poi non si ha la concreta possibilità di intervenire. E non basta più fotocopiare in modo pedissequo e inerziale gli impieghi “storici” derivanti dai precedenti esercizi». Non vuole parlare di rivoluzione e comunque ogni passaggio sarà compiuto in collaborazione con i colleghi di giunta, senza velleità “commissariali”.
Il vicesindaco leghista Paolo Polidori è assessore al Bilancio da tre mesi, avendo preso il posto di Giorgio Rossi nel rimpasto di primavera, e adesso pensa come impostare i prossimi due esercizi finanziari, quelli relativi al 2020 e al 2021, prima della scadenza elettorale. Con un obiettivo, metodologico ma anche politico, che riporta alla ribalta un’espressione di moda qualche anno fa: spending review. Ai tempi di Mario Monti riguardava l’intero Paese, stavolta è declinata in chiave municipale.
«In questo biennio - premette il vicario - ho due possibilità. La più comoda è un’interpretazione ragionieristica dell’incarico, da semplice assessore contabile. La più stimolante richiama un ruolo meno passivo e più dinamico nella verifica della spesa comunale. Si tratta di costruire il controllo sulla gestione, attività che non si è mai fatta. Tentò di farla il compianto Gianni Ravidà, durante il secondo mandato Dipiazza, ma non ci riuscì. Ci serve una visione complessiva della spesa».
Ma cosa ha in mente Polidori per “pettinare” i conti del Municipio? «Oggi - replica - le cifre delle varie aree affluiscono in ragioneria e la ragioneria provvede a saldare il grande conto comunale, per così dire, a piè di lista. Punto. Non mi sta bene, non basta prendere semplicemente atto dell’esistente, dobbiamo partire da zero nell’analisi del meccanismo di formazione della spesa».
Dal punto di vista operativo Polidori intende dare vita a una task force, non necessariamente composta da personale interno. «Anzi - dice il vicario - sarebbe più salutare se fossero esterni. Ne parlerò con il collega Lobianco. Penso che potrebbe bastare una squadra di tre persone».Il vicesindaco non si fa tirare sul ghiaccio dei dettagli «perchè è prematuro parlarne».
Ma parla a nuora perchè suocera intenda: «L’impianto del bilancio comunale è piuttosto schematico: si basa su 300 milioni all’anno, suddivisi in modo simile tra contratti e opere, personale, welfare. Contratti e personale sono spese difficilmente aggredibili, per cui ...». Per cui si può arguire che lavori pubblici e welfare siano i contenitori che riceveranno maggiore attenzione.
L’esito del ragionamento di Polidori è che «se il Comune sarà messo in grado di spendere meglio, si potranno realizzare importanti economie e si potrà così evitare di vendere ancora azioni Hera per finanziare le opere pubbliche. Intendiamoci: in questi anni abbiamo dovuto venderle per presidiare l’emergenza edilizia scolastica, visto che in precedenza non si era fatto alcunchè».
C’è infine un altro capitolo che secondo Polidori sarà importante per ammodernare il governo finanziario dell’ente: si tratta delle “piattaforme gestionali informatiche”, per impostare le quali il Comune lavorerà insieme a Esatto e alla “nuova” Insiel guidata da Diego Antonini.—
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