Insulti razzisti contro la titolare tunisina
«Tunisina di m.. Non capisci un c.. Sei deficiente! Torna nel tuo paese! Gli italiani bevono birra senza alcun problema».
A causa di questa frase è finita nei guai una donna di 34 anni. Si chiama Ilaria Marani. È imputata davanti al collegio presieduto da Filippo Gulotta e composto dai giudici Piero Leanza e Marco Casavecchia di ingiuria a sfondo razziale. Perché quella frase era stata detta a Naima Samara, 34 anni, cittadina tunisina, titolare di una sartoria che si trova in via Foscolo. Così secondo le indagini dei carabinieri coordinate dal pm Massimo De Bortoli.
L’episodio porta la data del 27 ottobre del 2012. Ilaria Marani era una dipendente della sartoria. Qualche giorno prima l’imprenditrice tunisina aveva deciso di allontanarla dal laboratorio dopo che l’aveva sorpresa per l’ennesima volta con una bottiglia di birra aperta appoggiata sul banco di lavoro. In quell’occasione Naima Samara aveva preso la bottiglia e l’aveva gettata in un cassonetto provocando la reazione della dipendente. Dopo la frase, secondo la denuncia poi sporta dai carabinieri, Marani si è atteggiata come se volesse aggredirla. Poco dopo, alla presenza di un operaio afghano che stava riparando una macchina da cucire, Marani è entrata nel negozio e ha continuato, sempre secondo la denuncia, a insultare la titolare. L’ha chiamata stronza, deficiente. E poi ha detto: «Vieni qua a fare la titolare! Chi ti credi d’essere? Tu non mandi via nessuno! Tu pensi di fare la titolare degli italiani? Torna da dove sei venuta! Ti faccio tornare io! Ti ammazzo, ti spacco la testa». Nella circostanza Marani, così si legge nella denuncia, ha prima brandito un metro di legno utilizzato per i lavori della sartoria roteandolo come se volesse colpire la tunisina. Poi, così ha riferito l’imprenditrice, ha afferrato una forbice di grandi dimensioni facendo il gesto di lanciargliela addosso.
L’imputata - difesa dall’avvocato Giovanni Di Lullo - si è sempre proclamata innocente. «Non ho mai detto quelle frasi», ha dichiarato ai giudici. Ha spiegato che la rabbia semmai era stata causata dal fatto che la donna tunisina non l’aveva pagata e che lei si era dovuta rivolgere al giudice del lavoro per ottenere l’ingiunzione di pagamento. La tunisina ha confermato le sue accuse costituendosi parte civile con l’avvocato Andrea Di Roma. L’udienza è stata aggiornata al 15 settembre.
Naima Samara è stata coinvolta recentemente in una vicenda di immigrazione clandestina legata ai permessi di soggiorno. È stata condannata assieme al marito Hatem a 4 anni di reclusione 30 mila euro di multa. Condannato pure a tre anni e 8 mesi Cesare Bossi, 54 anni, fino a qualche anno fa commercialista. Nella vicenda erano stati coinvolti 14 extracomunitari: marocchini, tunisini e bengalesi. Accomunati dai permessi facili, facilissimi.
Ilaria Marani ha avuto vari guai connessi allo spaccio di droga. Nel 2006 era stata bloccata a Rabuiese. Era appena rientrata da Isola dove si era andata a rifornire. Aveva un etto di eroina diviso in tre piccole confezioni. Gli agenti l’avevano pedinata tenendo sotto controllo il suo telefonino.
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