Insiel Mercato verso lo sciopero L’8 marzo la partita al ministero
Verso il primo sciopero aziendale della sua breve storia, iniziata il primo gennaio 2009. Si profilano tempi duri per i quasi 250 dipendenti di Insiel Mercato, ottanta dei quali operativi a Trieste e altri ottanta nella sede udinese. Nell’unica realtà informatica dell’universo Tbs Group, Fiom ha 4 rappresentanze unitarie, Fim ne ha 2: d’accordo, i due sindacati di categoria attiveranno la cosiddetta procedura di raffreddamento, prevista dalla legge 146/1990 nei casi in cui lo stop lavorativo riguarda pubblici servizi.
Tre ore di discussione tra i vertici societari e le organizzazioni sindacali, scorse ieri mattina nel quartier generale di Padriciano all’interno dell’Area di ricerca, non hanno cambiato il corso degli eventi, perchè il prossimo 8 marzo al ministero del Lavoro l’azienda chiederà la Cassa integrazione straordinaria per la durata di un anno.
Secondo quanto riferisce il rappresentante sindacale della Fiom Maurizio Dagnelut, i numeri, portati dalla parte datoriale, dicono che 19 sono gli esuberi strutturali, che si desidera gestire con 12 Cig a zero ore “identificate” e 3 trasferimenti, mentre 4 esuberi “non identificati” saranno coperti da 55 Cig a rotazione per due giornate al mese. Alla fine della Cassa straordinaria Insiel Mercato metterà in mobilità dalle 12 alle 15 persone, che rientrano tra i dipendenti ”identificati”, perchè in gran parte afferenti al “contact center”.
Proprio il “contact center” è il nervo scoperto della vertenza: fino a un mese fa un nucleo di 9 persone si occupava del centralino Insiel, della Carta dei servizi, del Cup. Il tutto funzionava in base a un contratto definito con la Regione Fvg, contratto terminato il 31 gennaio scorso perchè la stessa Regione ha deciso di “internalizzare” il servizio utilizzando personale Insiel. Venendo meno le funzioni del “contact center” e il relativo introito, Tbs Group ha così ritenuto di passare alle maniere forti.
All’amministratore delegato di Insiel Mercato Alberto Steindler e al responsabile del personale Tbs Group Nicola Seren i sindacati hanno tentato di rilanciare una controproposta maturata nelle assemblee tenutesi nelle filiali aziendali: no alla Cassa integrazione straordinaria, sì a un altro anno di solidarietà che seguirebbe il biennio “solidale” in scadenza. L’azienda pare poco propensa ad accettare lo scambio, perchè ritiene penalizzanti le nuove norme in materia di solidarietà.
Dunque, queste sono le carte con le quali si giocherà la mano al ministero del Lavoro. Visto che Insiel Mercato sorge con uno “spin-off” da Insiel, considerato che il problema origina dalla decisione regionale di “internalizzare” un servizio, i sindacati hanno ottenuto che il giorno 8 marzo anche un rappresentante dell’Assessorato regionale al Lavoro voli nella Capitale. Non solo: Fiom e Fim hanno chiesto un incontro direttamente al governatore Debora Serracchiani.
Nata nel 2009 in seguito ai dettami della “legge Bersani”, Insiel Mercato venne scorporata con 133 dipendenti, ai quali si aggiunse, dopo l’acquisizione da parte di Tbs, più di un centinaio di addetti provenienti dalla stessa controllante e dai due nuovi acquisti bolognese e pisano.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo