Insetti migratori, avvistata una locusta

Più grande della cavalletta. L’esperto: arrivano dai Balcani, tentano di svernare qui

Nei giorni scorsi alla periferia di Trieste è stata notata una locusta, una grossa cavalletta migratoria. Un animaletto decisamente anomalo per questa nostra zona. «Però la sua presenza è più frequente di quanto normalmente si creda, – sottolinea Gianfranco Urso, presidente provinciale dell’Enpa, l’ente nazionale di protezione animale – queste bestie si muovono lungo le conduttrici aeree del vento di scirocco».

A differenza della più comune cavalletta, la locusta presenta delle dimensioni più rilevanti. Appartenente all'ordine degli ortotteri, della famiglia delle acrididae, ha una taglia variabile tra i 4 ed i 7,2 centimetri. «Quello che si nota è anche una più spiccata capacità di volo – spiega Urso – ed è caratteristico anche il rumore ronzante che emette spostandosi in aria».

Gli ortotteri, in generale, si servono delle ali principalmente per prolungare l'effetto del salto, come fa la comune cavalletta. Esistono però delle specie migratrici, proprio come le locuste, che sono in grado di volare ininterrottamente anche per alcuni giorni coprendo in questo modo notevoli distanze.

Ma la locusta potrebbe essere giunta fin qui spinta anche dal cambiamento climatico, da temperature più calde insomma? «Non si tratta di un discorso di riscaldamento climatico - dice il professor Mauro Delogu dell'Università di Bologna - ma di una normale migrazione in ordine sparso dai Balcani di due grossi insetti simili: si tratta della "locusta migratoria" e del "daciostaurus maroccanus". Si spostano normalmente inseguiti da stormi di storno rosa. È facile in questa stagione – aggiunge Delogu - trovarli attaccati ai lampioni, ai piedi dei lampioni o ai davanzali delle finestre: tentano in questo modo di svernare».

Urso intanto dà un suggerimento agli amanti della natura e in particolare agli appassionati di botanica: «Sulla Strada di Basovizza, dopo il casello del vecchio dazio – riferisce – è appena fiorito un giovane ippocastano. Un segnale indiscutibile del cambiamento climatico».

Riproduzione riservata © Il Piccolo