Insegnare il “bisiàc” nelle scuole materne

Parte da quest’anno scolastico un progetto per insegnare all’infanzia (scuola materna) il dialetto “bisiàc” nelle scuole di San Canzian d’Isonzo, Monfalcone, Ronchi e Turriaco, con l’impegno di estenderlo ad altri paesi della Bisiacaria, risorse permettendo

STARANZANO. Lo ha annunciato la presidente Magda Settomini domenica scorsa, nella giornata conclusiva del 13° congresso dell’Associazione culturale bisiaca, che si è svolto a Staranzano con il patrocinio della Provincia di Gorizia, del Comune e il contributo della Bcc di Staranzano e Villesse. Nella mattinata era stata celebrata dal parroco di Staranzano, don Francesco Fragiacomo, anche la messa con l'omelia in bisiàc. Gli obiettivi, dunque, per l’associazione restano la difesa, la divulgazione e l’insegnamento alle nuove generazioni della parlata bisiaca, per “difendersi” da altri dialetti, da lingue di altre regioni e Paesi, come conseguenza del processo della globalizzazione che ha visto l’arrivo nella zona di diverse etnie.

Per la diffusione del “bisiac” è stato assegnato il premio “Bisiaco 2013” all’associazione dilettantistica Pattinaggio artistico di Pieris “perché – recita la motivazione – continua a essere un importante veicolo di divulgazione che viene esportata in tutta l’Europa dai suoi campioni sportivi”.

Nel congresso è stato affrontato il tema de “I zughi bisiachi de ‘na volta”, mezzo di comunicazione molto efficace per imparare il dialetto, un argomento sul quale è stato presentato anche un libro scritto da Sergio Vittori. «Il gioco – ha spiegato poi nel suo intervento al teatro San Pio X Luigina Soranzio – non deve essere istituzionalizzato, cioè a scadenza, perchè i ragazzi hanno bisogno di avere il loro tempo libero per dare spazio alla creatività senza essere costretti di giocare “a tempo”, altrimenti, oppressi dai successivi impegni, perdono quella fantasia e l’estro della parlata. Molto spazio – continua la Soranzio – viene dato nelle scuole d’infanzia, che purtroppo alle elementari esce dal programma di studio». Nel congresso sono state affrontate anche le problematiche di altri tipi di giochi, che creano dipendenza, come “gratta e vinci”, lotterie e slot machine, diventati una piaga, una patologia per i giovani e per tutte le età. Bernardo Cattarinussi ha affrontato il tema del gioco d'azzardo, una sorta di schizofrenia, una malattia che man mano che passa il tempo è sempre più difficile da guarire.

Ciro Vitiello

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