Inquinamento dell'aria a Gorizia: tre attività sul confine sono le osservate speciali.

I casi transfrontalieri Asfaltna Baza, Livarna e Anhovo nel mirino di Legambiente: «Go!2025 sta ignorando questo tema ma prendersi cura della natura è grave»

Francesco Fain
La produzione di bitume: l’impianto è sito oltreconfine (foto Legambiente)
La produzione di bitume: l’impianto è sito oltreconfine (foto Legambiente)

«Cultura è anche rispetto dell’ambiente». A battere i pugni sul tavolo è Legambiente Gorizia che enumera tutte le problematiche ambientali (soprattutto transfrontaliere) irrisolte, nonostante la nuova era di collaborazione che ha trovato il suo apice nella Capitale europea della cultura.

«Prendersi cura della natura è cultura - spiega l’associazione ambientalista -. Questo aspetto della cultura ci pare, però, avere solo un ruolo di cenerentola, se non essere del tutto assente, tra i numerosi eventi e gli interventi strutturali previsti dai promotori di Go!2025».

Le criticità

Legambiente descrive i nodi sul tappeto. «Sono numerose le criticità che affliggono il territorio costituito dalla conurbazione urbana delle due città e del limitrofo Comune di Šempeter Vrtojba».

Da anni ormai, gli ambientalisti segnalano «i problemi causati dallo stabilimento Asfaltna Baza che, con le sue emissioni odorigene moleste, ammorba gli abitanti del quartiere di Sant’Andrea». Non a caso, nel corso di un riunione dei movimenti ambientalisti italiani e sloveni che si svolse a suo tempo all’XCenter, gli attivisti evidenziarono come «soltanto lavorando insieme, da una parte e dall’altra di un confine che non deve esistere più, è possibile affrontare e anche risolvere i problemi, nella consapevolezza che l’ambiente naturale è quello che ci consente di vivere e che la mancanza di rispetto nei suoi confronti costituisce una minaccia gravissima alla stessa continuità della vita sulla terra», il messaggio finale che scaturì al termine dell’incontro collegiale.

Salcano e Anhovo

C’è poi la questione delle emissioni provenienti dalla fabbrica Livarna di Salcano che riemerge quasi fosse un fiume carsico, anche se (questo va detto) la situazione appare migliorata rispetto a qualche anno fa. Ma Legambiente mette in campo anche «la pericolosità, pure per gli abitanti di Gorizia, del co-generatore della società Alpacem ad Anhovo». Tutte problematiche ambientali transfrontaliere che andrebbero risolte nel nome della collaborazione.

Restando a Gorizia, gli ambientalisti puntano il dito su quella che definiscono «la scarsa attenzione data alla cura del verde urbano con l’omessa redazione del Regolamento del verde».

Il risparmio energetico

Legambiente aggiunge un’amara constatazione. «Poteva essere un bell’esempio di impegno per la sensibilizzazione dei cittadini e dei visitatori se la Capitale europea della cultura avesse aderito alla campagna borderless della Giornata nazionale del risparmio energetico, designata ufficialmente dal Parlamento italiano e che cade il 16 febbraio, intitolata “M’illumino di meno”, ispirata ai celebri versi del poeta Ungaretti “M’illumino d’immenso”. Inoltre il 18 febbraio, anniversario del Protocollo di Kyoto, trattato internazionale contro il surriscaldamento globale, si celebrava la Giornata mondiale del risparmio energetico, anche questa un’ottima occasione per richiamare l’attenzione di tutti sulle tematiche ambientali: il clima sta cambiando e temporeggiare non è più ammesso».

E arriviamo alla considerazione finale: «Sperando che arrivi una fatina a salvare cenerentola dal suo ruolo marginale tra gli eventi di Go!2025 e che la tematica della difesa dell’ambiente e della sostenibilità diventi centrale non solo durante tutto l’anno della Capitale europea della cultura ma anche in futuro, Legambiente Gorizia, con le sue competenze basate su dati scientifici aggiornati e inoppugnabili, continua a difendere i diritti dei cittadini a vivere in un ambiente sano e a spronare gli amministratori/decisori locali affinché l’anno di Go!2025 lasci un’eredità positiva. Per tutti».

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