Inquinamento a Servola, indagato Arvedi

Inchiesta della Procura per accertare la natura degli sforamenti nei livelli di fumi e polveri. Avviso di garanzia anche per Landini
Di Gianpaolo Sarti
Lasorte Trieste 20/02/16 - Ferriera di Servola, Arvedi
Lasorte Trieste 20/02/16 - Ferriera di Servola, Arvedi

La Procura di Trieste ha aperto un fascicolo a carico di Giovanni Arvedi. Il presidente del gruppo industriale, alla guida di Siderugica Triestina prima dell’arrivo di Andrea Landini, risulta tra gli indagati per le emissioni prodotte dalla Ferriera. Anche lo stesso Landini, ex presidente della società, è ora nel mirino della magistratura. Entrambi sono stati raggiunti da un atto equipollente a un avviso di garanzia.

La Procura si è mossa sulla base delle segnalazioni dei cittadini: esposti, fotografie e video su fumi e polveri. Ma non solo. Da quanto si è appreso, stavolta i pm hanno acquisito anche i report dell'Arpa sugli sforamenti registrati dalle centraline. Forse solo sporadici, ma evidentemente sufficienti per far alzare le antenne e non lasciare nulla di intentato. D'altronde proprio il procuratore capo Carlo Mastelloni, recentemente, aveva affermato che lo stabilimento «è sempre all’attenzione di questa Procura». Adesso si tratta di incrociare le informazioni fornite dalla popolazione con il materiale dell’Arpa. Bisogna capire, ad esempio, se una fumata nera, documentata dai cittadini in una determinata giornata, corrisponde a un picco effettivo dei livelli di inquinamento che pure l'Arpa può aver intercettato. E se tale circostanza costituisce reato in base ai dettati dell'articolo 674 del codice penale: è il “getto” in un luogo pubblico o “l'emissione di gas, vapori e fumo”, punibili con un’ammenda fino a 206 euro o con l’arresto fino a un mese.

Un filone investigativo, del tutto inedito per l’industriale, che comincia con l’entrata in campo della nuova gestione: perché le emissioni inquinanti, secondo le segnalazioni, sarebbero proseguite anche con il subentro di Arvedi. E le lamentele della cittadinanza, con altrettanti filmati e fotografie, non si sono mai arrestate.

L’inquinamento, se appurato, era a “spot” o costante? C'è rilevanza penale? Ed è la vecchia Aia lo strumento normativo di riferimento, visto che l'inchiesta si riferisce al periodo antecedente alla pubblicazione della nuova Autorizzazione integrata ambientale. È su queste coordinate che sta lavorando la Procura, che ha quindi avviato una sorta di secondo round dopo l'indagine su Francesco Rosato e sui 33 sforamenti accertati dalla magistratura tra ottobre 2014 e giugno 2015, vale a dire il periodo di “transizione” successivo all’ingresso di Arvedi. Quando, cioè, a ricoprire il ruolo di amministratore delegato è stato (fino a giugno 2015) ancora Rosato. L'ex amministratore unico di Siderurgica Triestina e gestore dello stabilimento, di cui per anni è stato direttore in epoca Lucchini, si era visto contestare vari reati: il mancato controllo, la mancata manutenzione degli impianti e il mancato rispetto della precedente Aia, in particolare per quanto riguarda le disposizioni relative all'altoforno e alla cokeria. Il dirigente, stando ai rilievi mossi dai pm, non aveva impedito le emissioni di fumi, gas e polveri. Ma ora si apprende che altri manager sono finiti sotto accusa: l'ex commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, e l'ex direttore della fabbrica Giuseppe Bonacina. Tanto Rosato, quanto Nardi e Bonacina hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini. Il vecchio procedimento si è chiuso con la richiesta di oblazione, cioè il pagamento di un’ammenda di qualche centinaia di euro a testa. Ma sono chiamati a sborsare pure le spese processuali, di certo non spiccioli: 300mila euro in totale tra attività investigativa e consulenze.

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