Ingresso negato in Senato con la maglietta per Regeni
TRIESTE La verità per Giulio Regeni non è ammessa nelle aule del Parlamento? Questo l’interrogativo di una studentessa della Consulta studentesca di Trieste che, nel corso di una recente visita in Senato, è stata costretta a coprire la maglia di Amnesty International che indossava. La vicenda risale a una decina di giorni fa, quando una delegazione dei componenti delle Consulte provinciali degli studenti di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine si sono recati a Roma nell’ambito del progetto “Studenti al comando”. Gli studenti hanno visitato le strutture operative del Comando generale dei Carabinieri di Roma, mentre nella mattinata successiva si è svolto un incontro con Mario Pittoni, presidente della Commissione Istruzione del Senato.
Durante questo incontro, la studentessa della Consulta indossava già la maglia con la scritta “Verità per Giulio Regeni”, senza che nessuno avesse obiettato nulla in proposito. Poco prima di entrare in Senato, però, un portiere l’ha bloccata, spiegando che non avrebeb potuto accedere se non coprendo la t-shirt.
«Mi ha detto che secondo i “piani alti” non sarei potuta entrare, senza però citare alcun regolamento preciso», racconta la ragazza, che è stata quindi costretta a chiudersi il cappotto fino all’uscita dall’aula.
«Mi sembra assurdo quanto è accaduto - commenta la studentessa - perché non sono andata a sostenere alcun partito, dato che indossavo la maglietta di un’organizzazione non governativa e apartitica, e inoltre dalla tribuna in cui eravamo neanche si poteva essere visti da sotto».
Poi precisa: «In quanto rappresentante di una scuola da sempre impegnata nella richiesta di verità per Regeni, mi sembrava doveroso manifestare seppur in maniera passiva, perché come studenti non siamo spesso vicini alle istituzioni e non avrei avuto altre occasioni per farlo».
Infatti, solo pochi mesi fa in occasione del terzo anniversario dalla sparizione del giovane ricercatore, il liceo Petrarca (dove, come noto, studiò per alcuni anni) organizzò assieme a Amnesty International e al Collegio del Mondo Unito una fiaccolata in piazza della Borsa per continuare a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni e per tutte le persone che, ogni giorno, sono vittime di sparizione forzata. —
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