Ingresso di Zagabria in Area Schengen? Pahor: a Lubiana valutano il veto
SEBENICO In punta di fioretto, come è sua abitudine, rispettoso di istituzioni e dei rapporti diplomatici, ma il presidente della Slovenia Borut Pahor è stato molto chiaro nei confronti della Croazia. Egli ha affermato che Zagabria, in quanto candidata all’entrata in Schengen, deve prima di tutto soddisfare tutti i criteri e le condizioni tecniche. Sarebbe più facile per la Slovenia, ha puntualizzato, se la Croazia adempisse ai suoi obblighi in materia di frontiera, sottolineando allo stesso tempo che non intende pregiudicare alcuna decisione del governo sloveno con le sue dichiarazioni. Zagabria «prima o poi dovrà prendere qualche decisione – ha affermato Pahor – dopo che la Commissione europea avrà valutato se soddisfa tutte le condizioni» per l’ingresso nell’Area Schengen.
Anche in questo caso, il dialogo sarà necessario, ma il fatto è, a suo avviso, che sarebbe comunque più semplice per la Croazia adempiere ai suoi obblighi di frontiera che le sono stati imposti dalla decisione del tribunale arbitrale. «Questo potrebbe essere un invito per i nostri amici croati a pensarci nei prossimi mesi», ha aggiunto Pahor il quale ha concluso sostenendo che il governo sloveno troverebbe più facile raggiungere una decisione in merito al via libera all’ingresso di Zagabria nell’Area Schengen, se il confine (tra Slovenia e Croazia ndr.) che è stato stabilito dalla sentenza arbitrale, venisse riconosciuto da entrambe le parti.
Tutto questo Pahor lo ha detto nella conferenza stampa congiunta con il capo dello Stato della Croazia, Kolinda Grabar Kitarović e l’omologo austriaco Alexander Van der Bellen in occasione del summit trilaterale annuale tra i presidenti svoltosi a Sebenico. Ricordiamo che la Croazia non ha mai accettato la sentenza della Corte arbitrale dell’Aja sui confini marittimi e terrestri fra i due Paesi aprendo un profondo vulnus nei rapporti tra Lubiana e Zagabria. Dunque Pahor è stato chiaro: se la Croazia persiste nel suo non riconoscere la sentenza dell’Aja, il governo della Slovenia è pronto a porre il veto all’ingresso di Zagabria in Area Schengen.
Alle parole di Pahor non è mancata la risposta di Grabar Kitarović. Il capo di Stato croato ha detto di credere nel sostegno di tutti gli Stati membri dell’Ue relativamente alla decisione dell’adesione della Croazia a Schengen, ritenendo che ciò fosse nell’interesse di tutti. Grabar Kitarović ha anche sottolineato che la Croazia soddisfa i criteri tecnici per l’ingresso e ha ribadito la nota opinione croata secondo cui Slovenia e Croazia sono Paesi amici in grado di superare le questioni in sospeso, ma che ci sono molte più cose in comune rispetto a quante le separano.
Pahor ha anche esternato sul “muro” di filo spinato e pannelli che divide i confini tra Slovenia e Croazia in funzione anti-migranti. «È mio grande e sincero desiderio che si concretizzino quanto prima le condizioni per cui il governo sloveno potrà rimuovere gli ostacoli tecnici dal confine sloveno-croato». Dal canto suo il presidente austriaco Van der Bellen ha auspicato che quanto prima Bruxelles possa dare luce verde all’inizio del cammino di Skopje e Tirana verso l’Unione europea. –
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