Infortuni sul lavoro, in regione l’incremento più alto d’Italia

Nei primi sette mesi dell’anno denunce all’Inail salite del 4,7%. I sindacati additano appalti e precariato

TRIESTE Aumentano in regione, nei primi sette mesi dell'anno, gli infortuni sul lavoro, con un +4,7% rispetto allo stesso periodo 2017 in controtendenza sul dato italiano generale del -0,3%: numero che fa svettare il Fvg a livello nazionale per incremento, segnala l’Inail, dopo la provincia autonoma di Bolzano (+3,3%) e la Campania (+2,4%). I decrementi maggiori nella provincia autonoma di Trento (-9%), in Abruzzo (-4,3%) e Sardegna (-3,7%). Il dato del Fvg peraltro contribuisce a formare il +0,7% di infortuni registrato a Nordest.



Sono 10.245 le denunce di infortunio in Fvg nel periodo gennaio-luglio, contro le 9.789 dei primi sette mesi 2017. In leggerissimo calo gli infortuni con esito mortale, dai 18 dello scorso anno a 17. Il primato delle denunce in numeri assoluti spetta alla provincia di Udine, seguita, nell'ordine, da Pordenone, Trieste e Gorizia. Il settore più colpito è l'industria con 2.656 infortuni, seguita da terziario (1.766) e artigianato (855). La classe d'età numericamente più colpita è quella fra i 50 a i 54 anni. Molto importante anche il numero per gli under 14, con 1.071 denunce.



Per
Giacinto Menis
, numero uno della Uil in regione, «non si tratta di dati sorprendenti: se è innegabile che c'è una crescita di nuovi occupati, altrettanto lampante appare il fatto che si tratta di lavori a tempo determinato. Io penso che una delle motivazioni della crescita degli infortuni sia da imputare alla maggiore precarizzazione del lavoro. Siamo fiduciosi nell'operato dell'assessore regionale
Alessia Rosolen
, che ha dimostrato di essere attenta alle problematiche relative alla sicurezza in ambito lavorativo e alla questione degli appalti. Occorrono anche interventi culturali che devono partire dalla scuola».



Villiam Pezzetta
, segretario regionale Cgil, annota come «non è una novità che con questa timida ripresa c'è stata una recrudescenza del problema infortuni sul lavoro, frutto della svalutazione del lavoro e del precariato. D'altro canto chi lavora da vent'anni in un settore ha delle competenze differenti rispetto a chi il lavoro lo cambia spesso». Anche Pezzetta cita l’operato di Rosolen sottolineando come «abbiamo chiesto un protocollo regionale sugli appalti in cui è prevista una parte dedicata alla sicurezza sul lavoro». Per
Roberto Muradore
, della segreteria regionale Cisl, «quando si verifica un infortunio non bisogna mai parlare di fatalità, ma di un modello organizzativo che non ha funzionato. Con questi contratti a termine, di fatto precari, viene a mancare - lo dico per esperienza lavorativa professionale - quel bagaglio di conoscenze che il lavoratore con esperienza di 15/20 anni riusciva a trasmettere al collega a inizio carriera». —

 

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