Influencer triestino ricattato da un hacker: rubata la pagina con 220 mila “seguaci”

De Calò: «Collaboro coi marchi più noti della moda e questo furto mi crea un grave danno. Ma non pago il riscatto» 

TRIESTE Avevano tentato di farlo qualche anno fa, ma con scarsi risultati. Questa volta però il triestino Francesco de Calò, influencer da 220 mila follower, è stato davvero “derubato”: un hacker russo si è impossessato del suo profilo Instagram (@francescodecalo), chiedendogli un riscatto e sparendo poi nel nulla.

Un furto informatico molto diffuso, soprattutto ora che, con il coronavirus, la gente è iper-connessa. Di conseguenza i rischi di incappare in qualche tranello online aumentano sia per gli adulti sia per i bambini. Basta scorrere la pagine web della Polizia postale per leggere quanti sono i casi in cui incappano gli italiani.

Un danno che per un influencer della moda come de Calò, dal 2012 attivo sul social network di Zuckerberg, ha delle conseguenze non da poco. «A causa di questo problema non ho introiti, visto che questo è il mio unico lavoro – spiega il ventenne, iscritto anche all’università Cattolica di Milano –. Ho collaborato con alcuni brand famosissimi come Prada, Balmain, Gucci, Armani, Versace tramite importanti boutique, ma ora senza il mio profilo non posso fare nulla». «Instagram è come se fosse il mio curriculum – specifica –: per le collaborazioni con agenzie e brand viene richiesto un “media kit” ovvero un pdf in cui rientrano i dati su visualizzazioni, follower e interazioni. Io adesso non ho più nulla di tutto ciò».

Tutto è iniziato una ventina di giorni fa. Il giovane era su Instagram, quando ha ricevuto una notifica via mail, in cui veniva specificato che una persona stava cercando di entrare nel suo profilo. «Il tempo di accedervi ed erano state cambiate mail e password» afferma. Tutti gli accessi di proprietà di de Calò erano stati annullati.

L’hacker russo era riuscito a raggiungere la pagina dell’influencer con un’altra mail arrivata il giorno prima. «Avevo ricevuto una richiesta di collaborazione – racconta –, come ne ricevo diverse ogni giorno. Solitamente le apro tutte e così avevo aperto anche quella che poi è risultata la porta d’ingresso per l’hacker. Era scritta molto bene, nulla dava modo di pensare che potesse essere falsa. C’era un link a un brand che poi ho scoperto essere vittima a sua volta dell’hacker, che aveva colpito altri influencer».

De Calò si è rivolto a Instagram, finora senza successo, ad alcune agenzie con cui ha collaborato e a dei social media manager, che invece stanno aiutandolo a rimettere a posto le cose. Nel frattempo l’hacker russo gli ha chiesto un riscatto: 350 dollari in bitcoin. «Così, mi scriveva per mail, il mio profilo sarebbe stato salvo e anche le foto, ma se non l’avessi pagato – ricorda –, avrebbe cancellato tutti i post, che per me sono fondamentali, oppure venduto il mio profilo o i follower: ciascuno vale un euro, il che vuol dire 220 mila euro». L’influencer ha deciso di non pagare. «Forse – conclude – tornando indietro, glieli avrei dati, ma non ero certo che me lo avrebbe davvero restituito». –


 

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