Infiltrazioni d'acqua in un nido comunale a Trieste: intervengono i Nas

La scoperta è avvenuto nell'ambito di una serie di controlli a livello nazionale. Visto il pericolo per l'igiene e la salute dei bambini - oltre alle infiltrazioni i carabinieri hanno riscontrato anche il distacco dell'intonaco dalle pareti - sono state impartite direttive per l'immediato ripristino della situazione

TRIESTE Maxi operazione dei Nas del Comando dei carabinieri per la Tutela della salute, che, unitamente al Ministero della salute, hanno ispezionato, a livello nazionale, 968 aziende che curano mense scolastiche. Tra queste 198 hanno evidenziato irregolarità, determinando la contestazione di 25 violazioni penali e 247 amministrative, con sanzioni pecuniarie per 204mila euro. Per 21 casi più gravi (con rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali) è stata necessaria la sospensione dell’attività o il sequestro delle imprese di catering per un valore stimato in circa 3 milioni di euro.

Nell'ambito di questi controlli, i Nas di Udine hanno riscontrato carenze strutturali in un asilo nido comunale di Trieste - non è stato reso noto quale -  in cui si sono state riscontrate diverse infiltrazioni d’acqua e distacco dell’intonaco dalle pareti. Visto il grave pregiudizio per l’igiene e la salute dei bambini "sono state impartite idonee prescrizioni per l’immediato ripristino dello stato dei luoghi".

A livello nazionale sono state anche sequestrati oltre 900 kg di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta ed ortaggi, olio) perché senza tracciabilità, custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati e spesso per l’impiego fraudolento di prodotti di minore qualità merceologica rispetto a quella pattuita e dichiarata nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, al fine di trarre un illecito profitto lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti. Ulteriori controlli hanno evidenziato l’utilizzo di carne o vegetali surgelati/congelati in luogo di quelli freschi. Non mancano, inoltre, situazioni di mancata indicazione nei menù circa la presenza di allergeni e di aree di cucina dove avveniva la preparazione degli alimenti per diete «speciali» in modo indistinto con le pietanze convenzionali. Deferiti all’autorità giudiziaria 27 gestori e titolari delle imprese.

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