Industrie di Monfalcone in pressing: Fincantieri pronta a riaprire già lunedì
Mangiarotti e Cimolai chiedono di tornare al lavoro giovedì 2 aprile. A Panzano nuovi percorsi e ingressi scaglionati degli operai
Il piazzale di Panzano con transenne e scalette gialle (Bonaventura)
MONFALCONE La Nidec che fabbrica motori elettrici non ha mai interrotto il lavoro, Cimolai e Mangiarotti attendono solo l’ok del Prefetto per riaprire già in questo fine settimana. Fincantieri ha rivoluzionato gli ingressi del cantiere per affrontare la parte più difficile: scaglionare a colpi di 900 persone l’ingresso di migliaia di addetti evitando assembramenti e il rischio contagi. Il colosso della navalmeccanica è pronto a riaprire i cancelli già da lunedì, ma è chiaro che per questo settore non sarà così facile ripartire subito, è molto più probabile che arrivi un ulteriore decreto per prorogare la chiusura di altri 15 giorni.
Le industrie di Monfalcone e del mandamento hanno iniziato il conto alla rovescia per tornare alla normalità, al lavoro e alla produzione dopo un periodo di emergenza mai visto che intaccherà profondamente l’economia e il mondo dell’industria. Chi ha approfittato per fare manutenzioni, chi ha sanificato, chi ha fatto lavori di ristrutturazione se era possibile. Quello che è forse il più grande polmone industriale metalmeccanico della regione freme per tornare a produrre e completare le commesse, per prima Fincantieri. Un quadro chiaro quello che è emerso ieri durante il vertice organizzato dal Comune di Monfalcone e in particolare dal sindaco Anna Cisint per verificare la situazione in atto nelle realtà produttive, industriali ed artigianali presenti nel territorio.
Un vertice condotto in gran parte in videoconferenza come ormai è diventata consuetudine in questo periodo di emergenza alla presenza del sindaco e dei vertici dell’azienda sanitaria ovvero il direttore generale Antonio Poggiana affiancato da un funzionario del Dipartimento di prevenzione. Dall’alto lato del tavolo virtuale dalle grandi realtà come Fincantieri, Mangiarotti, Nidec, Sbe, Cimolai e Nidec alle aziende più piccole. A rappresentarle il presidente del Consorzio economico del monfalconese Renato Russo, sono quasi 150, assieme al direttore Cesare Bulfon e il direttore di Confartigianato Marco Gobbo.
Le prime riaperture riguardano Cimolai e Mangiarotti che puntano a ricominciare già da domani, magari in maniera graduale e ridotta rientrando tra le aziende nel settore energetico come Nidec che fa motori elettrici. I rappresentanti delle due aziende hanno illustrato le misure che sono state prese e previste per il rispetto delle distanze tra i lavoratori, anche nell’accesso in fabbrica, l’uso delle mascherine e le precauzioni per la sanificazione degli ambienti. Ed è stato annunciato anche che è stato chiesto alla Prefettura di poter riprendere il lavoro già i questo fine settimana dopo aver completato tutte le misure di prevenzione. In ogni caso è previsto l’utilizzo del telelavoro da casa per diversi dipendenti degli uffici. Si tratta comunque di aziende che danno lavoro a blocchi di centinaia di lavoratori
Molto più complessa la situazione della Fincantieri dove lavorano migliaia e migliaia di persone, un cantiere-città. L’azienda in queste settimane di chiusura oltre a manutenzioni interne si è preparata per una possibile riapertura in condizioni che per ora resteranno comunque di vigilanza ed emergenza per evitare diffusioni del contagio. Per questo si è provveduto a fare incisivi lavori all’esterno dei cancelli di entrata dello stabilimento di Panzano e nelle vie Marconi e Vespucci. Questo per collocare pedane, barriere e varie attrezzature per allestire un vero e proprio percorso di incanalamento per diluire l’ingresso del personale e per effettuare anche controlli sanitari. Fincantieri, ha spiegato il direttore ingegner Roberto Olivari, ha organizzato il passaggio per l’entrata attraverso un tunnel che consenta un esame della temperatura dei lavoratori con il termo-scanner.
Le entrate saranno scaglionate, a gruppi di 900 persone, distanziate di un’ora ciascuna per un turno di 8 ore in modo da evitare affollamenti. E ci saranno regole strettissime, dall’obbligo delle mascherine e delle distanze di sicurezza in tutti gli ambienti a quelle per i pullmini delle ditte esterne che dovranno avere un nunero ridotto di passeggeri e per i camionisti delle forniture che avranno dei servizi separati. In queste settimane sono stati sanificati tutti i capannoni e gli edifici del cantiere e le operazioni di disinfezione saranno fatte costantemente. Chi verrà sorpreso con una temperatura a partire da 37, 5 gradi non potrà accedere al lavoro e invitato a presentarsi dal medico. Si ricomincerà a lavorare così alla Fincantieri, che il cantiere apra lunedì o dopo Pasqua se ci sarà un ulteriore (e probabile) decreto del governo che prolungherà le chiusure di altri 15 giorni. E queste condizioni di lavoro, per tutelare i lavoratori e per permettere la ripresa produttiva, dureranno a lungo. –
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