Incubo zecche in Fvg: morsi tre cittadini su dieci

Il dato emerge da un sondaggio realizzato da Swg: è il più alto di tutto il Triveneto. Fvg al top anche per la prevenzione: si vaccina contro l’encefalite il 7% dei residenti

TRIESTE. Encefalite da zecca letteralmente azzerata grazie alle vaccinazioni in aumento fra le categorie a rischio. Morbo di Lyme stabile nel tempo con circa 1.500 casi all'anno, perché contro quest'ultimo non ci sono profilassi possibili ma solo cure antibiotiche successive all'infezione. È la fotografia delle malattie contratte in Friuli Venezia Giulia nel corso del 2016 a causa della presenza di zecche portatrici di agenti patogeni. Il tema è di rilievo in una regione che vede Carso, Tarvisiano e Carnia caratterizzati dalla presenza endemica di questi parassiti, che fino a poco tempo fa provocavano una trentina di casi all'anno di encefalite (Tick Borne Encephalitis), pressoché esclusivamente sulla montagna friulana.

 

Offensiva bis contro zanzare tigre e zecche
Una zanzara

 

La questione torna di attualità a ridosso della stagione calda (quantomai in ritardo quest’anno), che offre le condizioni meteorologiche ed ecologiche ideali tanto per il proliferare delle zecche, quanto per gite e attività nel verde, che nei casi più sfortunati possono concludersi con esiti di estrema gravità. Le infezioni da zecca non riguardano solo gli amanti della vita all'aria aperta, ma anche e soprattutto le categorie più esposte, dagli agricoltori alle guardie forestali, fino a giardinieri, scout e cacciatori. Con l'encefalite non si scherza, eppure in Fvg risulta vaccinato soltanto il 7% dei residenti. La percentuale viene fornita da un recente sondaggio di Swg, condotto su un campione di circa 4mila persone nell'area del Triveneto, per conto della casa farmaceutica Pfizer, unica a produrre il vaccino contro la Tbe e dunque interessata al fenomeno per evidenti ragioni economiche. L'analisi consola tuttavia quando sottolinea che la percentuale segna ad ogni modo il raddoppio dei vaccinati rispetto al 3% registrato in Fvg nel 2016. Il +4% si accompagna inoltre alla leggera crescita della consapevolezza da parte dei cittadini, in una regione in cui il 34% degli intervistati dichiara di essere stato morso dalla zecca almeno una volta nella vita e il 27% riferisce che i propri figli sono passati a loro volta per la puntura del parassita.

 

L'infezione da zecca (Tbe) arriva anche in Carso

 

In Fvg la presenza di zecche è considerata endemica. Se nulla si può fare per la loro eliminazione, non resta che correre ai ripari con la prevenzione. Nel caso dell'encefalite, questa significa vaccino; e la Regione ne prevede la somministrazione gratuita per chiunque ne faccia richiesta. Le autorità sanitarie ritengono ad ogni modo che la profilassi vada effettuata solo da chi è spesso a contatto con la natura ed è quindi a maggior rischio di essere morso e sviluppare le infezioni conseguenti.

La bassa percentuale di copertura si spiega dunque così, ma anche l'ignoranza gioca la sua parte: se metà degli intervistati considera gravi le potenziali conseguenze della puntura, il 58% di essi (ma lo scorso anno era il 66%) continua a ignorare l'esistenza del vaccino e il 72% non sa che la sua somministrazione è senza costi per l'utente. I livelli di informazione sono ad ogni modo sensibilmente più alti di quelli riscontrati in Veneto e Trentino Alto Adige, dove hanno sentito parlare del vaccino anti Tbe rispettivamente il 14% e il 20% dei residenti: più bassa è d'altronde anche l'incidenza del fenomeno, se dichiara di essere stato morso da una zecca il 15% dei veneti e il 23% di trentini e altoatesini. Fa eccezione la provincia di Belluno, dove le punture salgono al 41%, dove l'encefalite da zecca si è manifestata per la prima volta in Italia nel 2004 e dove si sono verificati sette casi nell'ultimo anno.

 

Sale il rischio zecche ma il vaccino gratuito viene “snobbato”
Una zecca

 

Di Tbe ad ogni modo in Fvg non ci si ammala più grazie al vaccino. L'insorgere dell'infezione virale, che non si trasmette da uomo a uomo ma solo attraverso la zecca, si presenta dopo l'incubazione e la comparsa di sintomi non specifici, come febbre, stanchezza, mal di testa dolore, muscolare e nausea.

In due terzi dei casi, tutto si risolve con questa specie di influenza, ma nella quota restante la malattia torna dopo una alcuni giorni senza sintomi, con un nuovo rialzo febbrile che può sfociare nei casi più gravi in sintomi neurologici a lungo termine (meningite, mielite o paralisi) e provocare anche la morte nell'1% degli ammalati. Per l'encefalite non esistono cure specifiche e dunque il vaccino rappresenta l'unica vera sicurezza, soprattutto per le categorie a rischio.

Discorso opposto per il morbo di Lyme, per cui non esiste vaccinazione ma che può essere curato con una certa facilità attraverso una prolungata terapia antibiotica, patto di rilevare per tempo il batterio della Borrelia. Esso si manifesta quasi subito con un eritema attorno all'area della puntura e, se non diagnosticato precocemente, può progredire verso sintomatologie croniche che interessano la cute, il sistema nervoso (meningoradicolite e paralisi), il cuore (blocco atrioventricolare) e le articolazioni, con la comparsa di varie forme di artrite.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo