Incubo-roaming a Gorizia, cellulari sempre più salati

Il segnale sloveno “sconfina” in varie zone della città e dell’Isontino. L’Unione europea rassicura: «Il fenomeno cesserà a cominciare dalla fine del 2015»
Una donna con uno smartphone in una foto d'archivio. Come aveva pronosticato Steve Jobs, la rivoluzione e' mobile: nel 2011, secondo le stime della banca d'affari Morgan Stanley, le vendite combinate di smartphone e tablet supereranno quelle dei Pc. L'ultimo Economist dedica un servizio alla svolta: nel 1993 c'erano nel mondo cento milioni di Pc e nel 2008 ce n'erano un miliardo, ma nel 2020 si prevede che ci saranno dieci miliardi..di gadget mobili, ossia di telefonini intelligenti e tablet. ANSA / FRANCO SILVI
Una donna con uno smartphone in una foto d'archivio. Come aveva pronosticato Steve Jobs, la rivoluzione e' mobile: nel 2011, secondo le stime della banca d'affari Morgan Stanley, le vendite combinate di smartphone e tablet supereranno quelle dei Pc. L'ultimo Economist dedica un servizio alla svolta: nel 1993 c'erano nel mondo cento milioni di Pc e nel 2008 ce n'erano un miliardo, ma nel 2020 si prevede che ci saranno dieci miliardi..di gadget mobili, ossia di telefonini intelligenti e tablet. ANSA / FRANCO SILVI

«In cucina prendo il segnale sloveno e, se telefono, sono salassi. Così sono costretto a spostarmi in soggiorno dove il gestore italiano con cui ho il contratto prende, finalmente, il sopravvento».

Ugo Previti, responsabile provinciale dell’Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori), la racconta a mò di barzelletta. Ma tanto barzelletta non è perché di mezzo c’è il denaro. Il problema è quello solito: il roaming involontario che si verifica quando un telefonino è vicino al confine della nazione di appartenenza e si “aggancia” ai ripetitori del Paese limitrofo. La conseguenza? Costi elevatissimi. Per una chiamata si rischia una botta. Peraltro, i telefonini di ultima generazione danno la possibilità di accedere anche ad Internet e il rischio-salasso si moltiplica. Pareva essere un problema superato. Pareva. Era emerso con forza già diversi anni fa grazie alla stessa Assoconsumatori. Erano piovuti appelli a fare qualcosa e, alla fine, le proteste erano cessate. Tant’è che si iniziava a parlare di problema risolto.

Invece no. «Il problema è ancora ben presente, forse in misura leggermente minore rispetto al passato ma non è stato debellato - lamenta Previti -. A Sant’Anna, dove risiedo, devo stare attento a dove telefono: in una stanza prevale il segnale italiano, in un’altra quello sloveno. Peraltro, continuano ad arrivare segnalazioni ai nostri sportelli da Lucinico, da Mossa, da Capriva, persino da Mariano del Friuli: tutti protestano per la “preponderanza” in certe giornate e in certe ore del segnale delle compagnie slovene». D’accordo, potrebbe opinare qualcuno, è sufficiente impostare il telefonino in modalità manuale abbandonando quella automatica ma non tutti lo sanno fare.

Che il problema sia reale lo conferma anche Giuseppe De Martino, presidente regionale di Adiconsum ed ex assessore comunale ai tempi della giunta Brancati. «Sì, capita ogni tanto che riemerga il segnale del Paese vicino. A farne le spese anche il sottoscritto: uso il cellulare sempre con la stessa frequenza, eppure talvolta sono arrivate bollette altissime motivate proprio dal roaming involontario».

Ma il problema ha i mesi contati. Entro il 15 dicembre 2015 verrà dato l’addio al roaming: questo il nocciolo del pacchetto Tlc approvato nei giorni scorsi dal Parlamento europeo. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato: «Quasi tutti noi dipendiamo oramai quotidianamente dalle connessioni mobili e internet. Nel 2010 ho promesso di abolire le tariffe di roaming entro la fine del 2015 e adesso siamo a un passo da questo risultato. Oltre alla barriera ben visibile del roaming, saranno presto abbattute molte altre barriere affinché i cittadini europei possano comunicare in modo aperto e senza soluzione di continuità, ovunque si trovino».

Ora, in base alla procedura di “co-decisione”, il pacchetto Tlc dovrà passare all’esame del Consiglio dei ministri Ue che potrà anche apportare delle modifiche al testo. Per tornare poi ad essere votato in via definitiva dal prossimo Europarlamento, cioè quello che uscirà dalle elezioni che si terranno tra il 22 e il 25 maggio prossimi. «Mi auguro sia la volta buona. Da anni, nel nostro piccolo, portiamo avanti questa battaglia», conclude il combattivo Ugo Previti dell’Adoc.

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