Incubo accertamenti Irap per centinaia di aziende isontine
Nei giorni scorsi la ribellione dei medici di base, oggi quella di centinaia di imprenditori isontini. La “causa” è sempre la stessa: l’Irap, l’Imposta regionale sulle attività produttive. In questi giorni stanno arrivando centinaia di accertamenti dell’Agenzia delle entrate che mettono in difficoltà gli imprenditori.
A denunciarlo è Fabio Gentile, consigliere comunale, componente della giunta camerale integrata della Cciaa ed ex vicesindaco.
Accertamenti
dell’Irap
«A metà novembre - racconta - centinaia di imprenditori delle provincia di Gorizia hanno ricevuto dall’Agenzia delle entrate dei questionari inerenti la loro attività nel 2008 (mica l’altro ieri). Tali questionari erano finalizzati per accertare eventuali mancati o insufficienti pagamenti dell’Irap: i quesiti erano talmente complicati che in alcuni casi (più di quelli che si pensa) hanno spinto l’imprenditore a rivolgersi a studi di commercialisti o comunque a professionisti (Caf, Patronati). I questionari dovevano essere compilati e spediti entro la fine di novembre, tempi quindi ridottissimi. Ovviamente le corse sono state disumane».
Ma al danno si è aggiunta la beffa. «L’incredibile, come se non bastasse quanto detto, è avvenuto dopo. Nel giro di 10 giorni l’Agenzia delle entrate ha inviato praticamente a tutti (ci sono centinaia e centinaia di “buste verdi” giacenti in Posta e centinaia ne sono state consegnate) un avviso di accertamento. Pare incredibile, ed è incredibile, che in soli 10 giorni l’Agenzia delle entrate sia riuscita ad analizzare tutti i questionari. Quindi, seguendo il principio del “sono tutti colpevoli”, ha inviato a tutti - denuncia Fabio Gentile - l’avviso di accertamento che è arrivato il 10 dicembre scorso ed intima di accertare i loro versamenti Irap e quindi effettuare tutta una serie di verifiche sulle loro dichiarazioni pregresse che contengono i beni immobili, le dotazioni di personale e di strumenti aziendali. La scadenza dell’accertamento è il 31 dicembre».
Assalto a Caf
e commercialisti
Una situazione che il consigliere comunale definisce «pazzesca». «Ora, le aziende dovranno nuovamente rivolgersi a commercialisti, Caf e patronati, perchè è difficile riescano ad evadere “in house” tutte le richieste dell’Agenzia delle entrate su dati risalenti, e lo ripeto, al 2008 e non all’altroieri. Siamo in dicembre, quando molte aziende lavorano a pieno regime per terminare l’anno (anche fiscale oltre che produttivo), hanno ordini in più e devono muoversi per sbrigarli. In più c’è la crisi e molte realtà produttive stanno chiudendo. E che si fa? Si continua a colpirle con accertamenti e burocrazia. Ho ricevuto questa segnalazione da parecchi imprenditori, gente che veramente non ce la fa più, che ha pagato con il sangue la sua voglia di imprendere, che alla fine si domanda “chi me lo ha fatto fare?”. Persone che, quando si trovano davanti a fatti del genere, vengono prese dallo scoramento e sono indotte a fare armi e bagagli e trasferire le proprie attività in Slovenia o in Austria dove la pressione fiscale è più bassa e non c’è tutta questa burocrazia che ti schiaccia. Perché questa è l’Italia: lo sapevamo tutti, ma alla fine non credevamo che dovesse finire così».
Proteste
a getto continuo
Gentile è un fiume in piena. «Ecco perchè i Forconi hanno il mio sostegno morale: hanno eletto a loro simbolo non tanto il forcone, quanto la nostra bandiera, di cui tanti, molti, ormai non sono più orgogliosi nemmeno in occasione dei mondiali di calcio». L’Irap, lo ricordiamo, è stata istituita nel 1997 dal governo Prodi e colpisce il valore della produzione netto delle imprese, ossia, in termini generali, il reddito prodotto al lordo dei costi per il personale e degli oneri e dei proventi di natura finanziaria.
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