Incognita “grillini” sul Comune di Udine
TRIESTE. Un attimo prima della scadenza fissata ieri a mezzogiorno, Paolo Ciani lo annuncia via Twitter: «Errori e certificazioni da rifare». La lista “Civica per il Friuli” non ce la fa così a strappare il visto per le provinciali di Udine. È la sorpresa nel giorno della consegna degli elenchi per le amministrative del 21 e 22 aprile, la domenica e il lunedì di un mini-election day con le regionali. Si correrà, oltre che per la Provincia friulana, anche in 13 Comuni del Friuli Venezia Giulia, 7 in provincia di Pordenone, 6 in provincia di Udine.
Gli elettori con più schede in mano? Quelli del Comune di Udine (98.287 abitanti), che dovranno votare anche per regionali e provinciali. Altri 12 sindaci andranno invece eletti in realtà locali con meno di 15mila abitanti (e dunque, stando alle leggi regionali Fvg, con un solo turno di voto, mentre a Udine è previsto eventualmente il ballottaggio se nessun candidato supererà la soglia del 50%): si va dagli 11.902 residenti di Spilimbergo ai 1.777 di Arzene, passando per Fiume Veneto (11.486), Zoppola (8.419), San Daniele (8.072), Martignacco (6.796), San Giorgio di Nogaro (7.681), San Giorgio della Richinvelda (4.530), Polcenigo (3.176), Faedis (3.014), Sequals (2.221) e Forgaria (1.826).
Sia in Provincia che in Comune di Udine si ricandidano gli uscenti: il presidente leghista Pietro Fontanini e il sindaco indipendente sostenuto da una giunta di centrosinistra Furio Honsell. Per Palazzo Belgrado (corsa a quattro), l’unica Provincia italiana che va al rinnovo in questa primavera (considerandolo ente «inutile» i grillini non si presentano), si schierano contro Fontanini il candidato del centrosinistra Andrea Simone Lerussi, segretario provinciale del Pd, il “bandelliano” di Un’Altra Regione Massimo Brini, assessore al Turismo di Lignano Sabbiadoro, e l’esponente di Front Furlan Federico Simeoni. Niente da fare invece per Ciani. Tagliato fuori dalle regionali dopo il tramonto dei propositi di discesa in campo di Scelta Civica, l’ex pidiellino e futurista non è riuscito a completare le operazioni di raccolta firme in tempo utile. Ed è sinceramente dispiaciuto: «A poche ore dalla consegna ci siamo accorti che mancavano le autentiche dei Comuni, ed era impossibile ripartire da zero. Peccato perché sarebbe stata una buona opportunità, con molti amministratori locali in campo».
Sfida ancora più affollata per il Comune di Udine, lì dove in sei cercano di conquistare la poltrona più alta di Palazzo d’Aronco. Honsell ribadisce la coalizione che lo portò alla vittoria al ballottaggio contro Enzo Cainero nel 2008, vale a dire Pd, Sel, Rifondazione-Comunisti italiani e la sua civica Innovare, e si presenta come il chiaro favorito, anche se è spuntata nelle ultime settimane l’incognita in prospettiva di una squadra di giunta che perde, per motivi diversi, più di metà dei suoi componenti, di cui due, Gianna Malisani e Paolo Coppola, volati direzione Parlamento.
A cercare di strappare al centrosinistra il Comune di Udine ci sono Adriano Ioan, lunga carriera politica alle spalle, un passato nella Dc, un’uscita dal Pdl (con un incarico di assessore in Provincia) per abbracciare un progetto civico ma, infine, l’intesa con il maggior partito di centrodestra che lo appoggerà assieme a Lega Nord, Udc, La Destra, Identità civica e Per Udine. Terzo (ma, visti i tempi, in grado di fare il colpo) è il grillino Paolo Perozzo, avvocato under 40, che attende la visita di Beppe Grillo in città per imitare il sorpresone della vittoria del Movimento 5 Stelle a Parma. Da outsider si presentano infine Flavio Cavinato per la lista Blocco civico, Carletto Rizzi (Udine futura), storico esponente della sinistra friulana, e il dentista Antonio Miclavez, leader dell’omonima lista che conta sul sostegno di realtà come Forza Nuova, Federconsumatori e Movimento antiCasta. Tra le curiosità in periferia, infine, l’ex consigliere regionale del Pd Paolo Menis, dopo la rinuncia alla ricandidatura in Regione, punta a ritornare a guidare il Comune di San Daniele.
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