Incidente per malore, l’assicurazione non paga

Era il 2 marzo 2012 quando Silvia C. aveva ricevuto una chiamata dalla polizia locale. La sua nuova Fiat 500 regolarmente parcheggiata in via Giulia all’altezza del centro commerciale - così le aveva comunicato un agente - era stata centrata da una Renault Clio che, proveniente dalla Rotonda del Boschetto, aveva urtato un mezzo in sosta e quindi, proseguendo la marcia, aveva invaso la corsia opposta schiantandosi sull’utilitaria. L’agente aveva poi riferito che il conducente della Clio era sceso dalla vettura e che era stato trasportato al Pronto soccorso per accertamenti.
Insomma, un incidente come tanti. Responsabilità e cause del danno erano - all’apparenza - incontestabili e nulla lasciava presagire alcuna difficoltà nel farsi risarcire la spesa della riparazione. Tant’è che che Silvia C., dopo aver fatto visionare la 500 al perito dell’assicurazione della Clio, aveva tranquillamente fatto riparare l'auto e presentando al liquidatore della Toro Assicurazioni la fattura della carrozzeria: quasi 4.200 euro.
A quel punto però è arrivata la prima doccia fredda, anzi ghiacciata: perché la compagnia assicurativa sosteneva che il conducente della Clio aveva avuto un malore prima del sinistro e, pertanto, non era responsabile dei danni, che a loro dire avrebbero dovuto rimanere “a carico” di Silvia C. ricorrendo, nel caso di specie, un evento fortuito e quindi assolutamente imprevedibile.
La donna, che nel frattempo si era rivolta all’avvocato William Crivellari, aveva richiesto sia all’assicurazione che all’Azienda sanitaria la documentazione medica relativa alla patologia riscontrata al conducente della Clio. Ma invano, visto che né la Toro Assicurazioni né l’Azienda sanitaria avevano fornito alcunché, limitandosi a replicare che si trattava di dati sensibili che non si potevano rendere pubblici. Insomma, secondo questa tesi la proprietaria della 500 danneggiata avrebbe dovuto fidarsi di ciò che l’assicurazione affermava per non pagare il danno causato dal veicolo assicurato.
Da qui la causa davanti al giudice di pace Francesco Benicanti. Innanzi al quale l’avvocato Crivellari ha citato in causa le Assicurazioni Generali, che nel frattempo avevano incorporato la Toro. Scoprendo, dopo la costituzione dell’assicurazione, che i documenti medici prodotti dalla medesima non identificavano alcuna specifica patologia se non un generico malore riferito dal conducente della Clio. Neppure la Tac eseguita in ospedale, infatti, aveva rilevato alcunché. E così il giudice, ritenendo smentita dai documenti medici prodotti dalla stessa assicurazione la tesi del caso fortuito, accogliendo le richieste della proprietaria della 500, ha condannato Generali al rimborso delle spese della riparazione e del fermo tecnico nonché degli interessi su tali somme e delle spese legali. Ribadendo il principio secondo il quale chi causa un danno deve risarcirlo. E così è stato.
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