Inchiesta sulla Depositi Costieri Trieste Napp costretto a lasciare tutti gli incarichi
Tegola giudiziaria per l’amministratore delegato di Ttp Franco Napp. Il Tribunale gli ha tolto l’incarico impedendogli qualsiasi altra attività direttiva in aziende. Un fulmine a ciel sereno per il manager, che ieri ha rassegnato le dimissioni.
Il provvedimento è un effetto del filone investigativo del crac di Depositi Costieri Trieste, la storica ditta che si occupa della movimentazione e dello stoccaggio dei prodotti petroliferi nel punto franco oli minerali e che, in tempi recenti, aveva attirato gli appetiti in porto della criminalità organizzata.
La misura cautelare interdittiva, che avrà la durata di un anno, è stata emessa ieri dal gip. Più precisamente, Napp dovrà osservare il divieto di esercitare attività direttive «di persone giuridiche». Non può quindi amministrare società. Come noto, il manager attualmente è liquidatore della Giuliana Bunkeraggi e ad della Trieste Terminal Passeggeri, di cui comunque era in scadenza di mandato.
Stando a quanto si apprende, il provvedimento del gip è stato deciso proprio per effetto degli indizi, ritenuti gravi dalla magistratura, emersi nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di finanza sulla DCT, dal 2015 di proprietà della Giuliana Bunkeraggi di Napp, fino alla vendita alla Life srl.
Un caso, quello della DCT, scoppiato a fine 2017, quando la società era stata destinataria di un’interdittiva della Prefettura. Sulla ditta, infatti, aleggiavano i timori degli investigatori su una possibile infiltrazione della criminalità organizzata. Sospetti sorti dopo che i finanzieri avevano accertato un debito di oltre 30 milioni di euro in capo all’impresa, dovuti ai mancati pagamenti delle accise da parte dei clienti. Ciononostante l’azienda era stata venduta da Napp (4,5 milioni di euro la somma pattuita) alla Life, una srl composta da imprenditori campani e, come scoperto dagli inquirenti, collegati con la camorra. I soldi impiegati per comprare la DCT provenivano da un enorme giro di fatture false e imprese finte. È il business del carburante, sui cui la criminalità organizzata sguazza. Napp dal canto suo era stato amministratore delegato della DCT, ma per un periodo aveva continuato a mantenere il ruolo di presidente anche dopo il passaggio dell’azienda ai napoletani.
Il manager si è comunque sempre ritenuto una vittima del crac; in effetti, due mesi fa, il Tribunale aveva condannato i responsabili delle imprese che, secondo quanto emerso nelle indagini, avevano determinato il tracollo della Depositi Costieri quando era guidata da Napp. Il suo legale, l’avvocato Giovanni Borgna, sta valutando come reagire al nuovo provvedimento del gip. —
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