Inchiesta Sauvignon, l’ira della categoria

Consorzio Collio e Camera di commercio di Gorizia: «Al momento non ci sono colpevoli, il rischio è danneggiare il settore»
Di Matteo Femia

di Matteo Femia

GORIZIA

«La magistratura faccia il suo lavoro, ma un appello è doveroso: non spariamo addosso a nessuno prima che sia fatta piena luce, c’è in ballo uno dei settori trainanti della nostra economia». È questo il pensiero che accomuna il presidente del Consorzio Collio Robert Princic e il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Gianluca Madriz sul caso-Sauvignon scoppiato nei giorni scorsi e che ha visto perquisizioni in 17 aziende, di cui 15 del Friuli Venezia Giulia: tra queste, cinque sono della provincia di Gorizia.

Ne va da sé che due punti di riferimento per il settore enologico provinciale come il Consorzio Collio e la Camera di Commercio siano alla finestra per capire cosa stia succedendo esattamente: dire che sia Princic che Madriz sull’argomento ci vadano piuttosto cauti, è dire poco. «Credo che il can can mediatico sollevato sulla questione sia stato forse eccessivo, per questo adesso è il momento dei toni bassi e dell’attesa: lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro - sottolinea Princic - anche perché per ora le aziende nominate sulla stampa hanno ricevuto solo delle verifiche e delle ispezioni: è molto prematuro accusare chicchessia di qualcosa. Vedremo più in là nel tempo se ci saranno degli sviluppi e in quale senso: mi rammarica che ci siano dei produttori che siano stati messi alla gogna fin dal principio, forse si poteva usare più attenzione nella diffusione delle notizie».

Il problema per Princic è infatti il danno d’immagine che può aver subito l’intero settore vitivinicolo regionale a prescindere da come poi si concluderanno le indagini: «In ogni caso siamo molto preoccupati per come possa essere vista al di fuori questa storia, anche se tutto dovesse risolversi positivamente, come ci auguriamo tutti, per le aziende prese di mira dalle perquisizioni dei giorni scorsi, c’è il rischio che negli occhi e nelle orecchie di tanti restino soprattutto le notizie iniziali, e non quelle finali. In questo modo si rischia di mettere in seria difficoltà un intero settore: ovunque hanno letto quanto scritto dai giornali nei giorni scorsi, e c’è smarrimento nel nostro ambito. Ho ricevuto anche una telefonata dall’estero - aggiunge Princic - in cui un amico mi chiedeva lumi su quanto stesse succedendo. Per questo l’ho già detto e lo ripeto: andiamoci cauti, al momento non ci sono colpevoli e con questo bailamme mediatico si sta solo mettendo a rischio uno dei settori di massima eccellenza del nostro territorio».

Posizione simile quella espressa da Gianluca Madriz: «Parliamo di un tema molto delicato sotto diversi punti di vista. Innanzitutto da quello mediatico. Al momento non sono state accertate delle responsabilità: e se tutto si risolvesse poi in nulla? Chi pagherebbe in quel caso gli enormi danni economici e di immagine ad aziende che in questi giorni stanno vivendo una gogna mediatica tale? A pagare in generale tutto il bailamme nato da questa vicenda comunque non è solo un singolo, ma l’intero comparto e tutto un territorio che fa dell’enologia un vanto ed un’eccellenza - sottolinea Madriz -. Giusti i controlli e la vigilanza, ma non facciamo di tutta un’erba un fascio: se qualcuno dovesse aver sbagliato è giusto che paghi, ma ripeto, al momento colpevoli non ce ne sono e quindi non si mettano carri davanti ai buoi. Lasciamo lavorare la magistratura e accusiamo qualcuno solo quando e se ci saranno certezze in merito. Altrimenti - conclude il presidente della Camera di commercio goriziana - si rischia solo di fare un danno a dei singoli e a un intero territorio fatto da ottime persone e da aziende dal riconosciuto valore internazionale».

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