Inchiesta Alma per evasione fiscale, sequestrate a Scavone Ferrari e opere di Warhol

TRIESTE Una Ferrari di proprietà e altre prese in leasing. Quadri di Andy Warhol e stampe di Mario Schifano. Una decina di Rolex. Borse, borselli e valigie Louis Vuitton.
Non si faceva mancare nulla Luigi Scavone, arrestato dalla Guardia di finanza di Napoli nell’ambito di una maxi indagine per evasione fiscale.
La lista dei beni in suo possesso, sequestrati nel blitz delle fiamme gialle assieme ai 304 mila euro in contanti trovati in uno zainetto, in effetti è lunga.
Il titolare dell’Altea, capogruppo dell’Alma spa, ed ex presidente della Pallacanestro Trieste, al momento è ancora in cella a Poggioreale. Nell’interrogatorio di lunedì reso ai pm che hanno in mano il fascicolo, Scavone ha fornito spiegazioni non solo sul giro di affari della società di lavoro interinale e di quelle collegate (la squadra di basket non è stata investita dall’inchiesta) ma anche in merito ai quadri, agli orologi e alle auto di lusso. Ma su questo aspetto al momento non trapela nulla.
Le opere d’arte comunque dovrebbero avere un valore che si aggira tra i 250 e i 300 mila euro.
Settanta milioni, a tanto ammonterebbe la somma evasa dal gruppo Alma e da varie altre imprese vicine.
Il sequestro preventivo, pari a una cifra equivalente a quella frutto della presunta evasione fiscale, è stato disposto nei confronti sia delle 32 aziende del gruppo sia dei beni riconducibili ai 27 indagati, e ha interessato conti bancari e immobili tra Bergamo, Salerno, Cagliari, Reggio Emilia, Napoli, Caserta e Vibo Valentia. Sotto sequestro pure ville e quote societarie.
Nel faccia a faccia con i pm l’ex presidente della Pallacanestro Trieste ha comunque riconosciuto le sue responsabilità su quanto contestato dagli inquirenti.
«Ha ammesso che ci sono state delle violazioni tributarie – ha sottolineato il legale di Scavone, l’avvocato Alfonso Furgiuele – ma il denaro è confluito nelle aziende anche per pagare tutte le tasse. In sostanza, non sono uno strumento di frode. La società è vera, viva e ricca».
L’intenzione, ora, è trovare una soluzione condivisa in modo da consentire alle imprese del gruppo di proseguire l’attività e garantire gli stipendi ai 10 mila dipendenti.
A questo proposito stanno lavorando i magistrati napoletani titolari del fascicolo, gli avvocati degli indagati e gli esperti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. —
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