Incendio nella notte, distrutta la pizzeria “Smile” di Roiano

Secondo le prime perizie la bora potrebbe aver ostruito la canna fumaria collegata al forno a legna Oltre 20mila euro di danni nel locale che dà lavoro a otto persone. Feriti due vigili del fuoco
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 09/02/12 - Via Barbariga, Incendio Pizzeria Smile
Lasorte Trieste 09/02/12 - Via Barbariga, Incendio Pizzeria Smile

Sacchi di farina, confezioni di champignons, lattine di pelati, celle frigorifere, utensili da cucina. E soprattutto un’infinità di cartoni per pizza. In parte ammassati, in parte sparsi sul pavimento annerito. A metà tra il bruciacchiato dal fuoco e l’inzuppato dall’acqua che l’ha spento. Migliaia e migliaia di euro da buttare, insomma.

Era ciò che restava ieri mattina dell’incendio che ha appena distrutto nel cuore della notte la pizzeria take-away Smile di via Barbariga a Roiano - causando danni per 20-25mila euro non coperti da assicurazione - e che nelle convulse fasi dello spegnimento ha anche fatto registrare un paio di feriti, non gravi. Si tratta di due vigili del fuoco: uno rimasto lievemente contuso, l’altro finito al Pronto soccorso per una probabile frattura a un braccio.

L’origine del rogo, che è divampato verso le 2.30 del mattino, è stata rubricata dopo le prime perizie come accidentale. E anche in questo caso la “colpa” sarebbe dell’eccezionale sferzata siberiana che sta imperversando su Trieste. È molto probabile infatti che la bora si sia incuneata per qualche motivo nella canna fumaria collegata al forno a legna del locale, fungendone da tappo e spingendo verso il basso, dalle pareti della stessa canna fumaria, alcuni residui ancora molto caldi. La presenza appunto, alla base della colonna, di tizzoni spenti e di qualche pezzo di legna, in prossimità del forno, ha fatto il resto. Il locale era ben che chiuso da circa quattro ore, e così le fiamme si sono potute sviluppare senza che nessuno se ne accorgesse, finché l’odore acre e il fumo nero non hanno cominciato a farsi sentire e a farsi vedere anche all’esterno della pizzeria, in particolare al piano superiore della palazzina che la ospita.

A quel punto è scattato l’intervento dei pompieri, già sotto pressione per le centinaia di chiamate che inondano quotidianamente il 115 per tetti scoperchiati e tubature scoppiate. I vigili del fuoco del comando provinciale di via D’Alviano - seguiti dai poliziotti del 113 e dai sanitari del 118, a loro volta allertati - hanno prontamente sedato le fiamme, lasciando come detto “sul campo” anche un paio di feriti, entrambi non gravi.

Non si sono registrati danni all’esterno della pizzeria, né al piano superiore. «Quando abbiamo preso in affitto il locale (circa 100 metri quadrati distribuiti su quattro vani, ndr) abbiamo applicato del controsoffitto antincendio, affinché la casa sopra fosse ben isolata, e quello ha tenuto molto bene», riferiva ieri mattina Ismail Safieddine, l’imprenditore di origine libanese trapiantato a Trieste che gestiva da sei anni la nota pizzeria per asporto di via Barbariga - dove lavoravano otto persone fra interni e porta-pizze - e al quale per ora resta operativo l’omonimo take-away di via Matteotti. Safieddine era già al lavoro, con i propri collaboratori, per svuotare il foro commerciale, e, presumibilmente, per tentare di ricominciare quanto prima. A essersi salvato dal fuoco, in effetti, oltre al già citato controsoffitto, è stato anche quello che è il cuore di una pizzeria: il forno, fatto di cemento refrattario.

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