Incendi ed esplosioni a Brazza e Arbe
FIUME A causa della perdurante siccità, nelle regioni adriatiche della Croazia è cominciata la stagione degli incendi boschivi. La situazione più preoccupante si è avuta sull’isola dalmata di Brazza, dove sabato pomeriggio le fiamme sono divampate nelle vicinanze della località turistica di Milna, riducendo in cenere diversi ettari di macchia e pineta. Ad entrare in azione sono stati 30 vigili del fuoco, supportati da un velivolo Canadair.
I soccorritori sono riusciti ad evitare che il rogo distruggesse alcune abitazioni dislocate tra Milna e la località Porta di Spalato. Nelle ore serali di sabato, i pompieri hanno dovuto ritirarsi perché si sono udite alcune deflagrazioni che per fortuna non hanno provocato danni. La causa delle esplosioni è stata spiegata dal comandante dei vigili del fuoco di Brazza, Nikola Martinić: «Il fuoco è penetrato in una zona dove nel corso della guerra croato–serba degli anni ’90 si trovavano unità della Marina militare croata. Dopo il ritiro, nell’area è rimasto un determinato quantitativo di armi, proiettili e materiale esplosivo».
Martinić ha aggiunto che nella notte tra sabato e la giornata di ieri, a vigilare sono stati 18 pompieri. La battaglia contro le fiamme è ripresa ieri mattina, con l’incendio circoscritto dopo un paio d’ore. Appresa la notizia dello scoppio dei residuati, le reti sociali si sono surriscaldate. In tanti hanno chiesto come mai, a quasi trent’anni dalla fine del conflitto, siano pericolosamente in giro armi ed esplosivi, per giunta in un’isola a forte richiamo turistico. In tutti questi anni, si è scritto, il pericoloso materiale avrebbe dovuto essere rimosso e posto nelle strutture militari.
Lavoro straordinario durante il weekend anche per i vigili del fuoco dell’isola di Arbe (regione del Quarnero), dove un incendio è scoppiato nei pressi dell’abitato di San Pietro in Draga (Supetarska draga), precisamente tra le frazioni di Poldani e Fafanželi, distruggendo circa tremila metri quadrati di pineta, arbusti ed erba. Alimentato dal vento di bora, il rogo si è pericolosamente avvicinato a San Pietro in Draga e ci sono voluti gli sforzi di trenta pompieri di Arbe e Loparo per domarlo.
È bastato poco per capire la sua origine: è stato causato dall’incauto comportamento di un isolano, che ha voluto bruciare sterpaglia e immondizia, con le fiamme che gli sono però sfuggite al controllo. I soccorritori arbesani sono riusciti a impedire che l’incendio causasse danni. Da oggi, primo giugno, è entrata in vigore la disposizione che vieta severamente l’accensione di fuochi all’aperto, misura che sarà applicata fino al 30 settembre. Coloro che non si atterranno al provvedimento, saranno multati. –
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