Incagliati in secca a Monfalcone, salvi genero e suocero malato

Complesso intervento della Guardia costiera a causa delle difficili condizioni del mare. L’operazione si è conclusa appena alle 2.30: i due trasferiti in ipotermia al San Polo

MONFALCONE L’idea era stata encomiabile: portare il suocero settantenne, afflitto da una seria malattia, a prendere una boccata d’aria al largo, sulla piccola imbarcazione di proprietà, approfittando delle ultime giornate di sole della stagione. È stata la bassa marea, però, a guastare tutto. E così, il rientro a casa a Monfalcone per i due, suocero e genero appunto, si è trasformato la sera tra lunedì 19 e martedì 20 ottobre in un autentico incubo, anche per l’aggravarsi successivo delle condizioni dell’anziano, che era uscito in mare col catetere e accusava astenia. Un incubo terminato solo diverse ore dopo, attorno alle 2.30 di notte, quando entrambi sono stati trasferiti in condizioni di ipotermia all’ospedale San Polo, grazie all’intervento dei soccorritori.

La disavventura ha preso avvio al momento di rientrare, con lo scafo da 5 metri, all’ormeggio, cioè al termine di un pomeriggio trascorso tra le onde. Infatti, all’altezza degli Alberoni, a circa un miglio dalla battigia, l’imbarcazione si è incagliata su alcune secche, emerse con la bassa marea. E fin qui, nulla di eccezionale. Chi si addentra nel golfo di Panzano sa che simili incidenti accadono ripetutamente. Infatti, il genero cinquantenne cos’ha fatto? Ha chiamato alcuni conoscenti, affinché con la loro barca trainassero lo scafo fuori dalle secche. Ma niente da fare, la marea continuava ad abbassarsi e le criticità ad accentuarsi. Non c’era verso di disincagliare l’imbarcazione.

È scattato allora il “may day”, lanciato verso le 21 dall’uomo più giovane digitando il 1530, numero di emergenza in mare. La Capitaneria di porto, allertata, è subito corsa col battello veloce nel punto, tra Marina Julia e Lido di Staranzano. Ma non ha potuto raggiungere i due uomini e ha dovuto mantenersi a una distanza di sicurezza di 700-800 metri, altrimenti avrebbe a sua volta rischiato di finire in secca. Dunque, valutate le condizioni critiche dell’anziano, la Guardia costiera ha attivato 118 e Vigili del fuoco. Dal distaccamento di Monfalcone sono subito giunti i pompieri e insieme si è ponderata, dato il livello delle maree, la possibilità di raggiungere l’uomo a piedi dalla costa e con una barella trasportarlo via, sempre camminando sulla sabbia.

Scartata l’eventualità (i vigili avrebbero dovuto camminare per oltre un chilometro coi piedi in 30 centimetri d’acqua e le temperature divenute ormai bassissime), si è ritenuto di richiedere al comando dei Vvf di Gorizia un mezzo congruo alla situazione, cioè il kayak per rafting, con la chiglia adatta a ogni circostanza, compresa quella delle micidiali secche.

Intanto, nell’attesa che giungesse il mezzo più idoneo, l’ambulanza in precedenza chiamata ha raggiunto la località e un medico, trasferito col natante, ha potuto accertare le condizioni di salute del paziente. «Poiché però - spiega il tenente di vascello Salvatore Raho, dell’Unità operativa della Capitaneria - quello era l’unico medico in servizio sul territorio per il turno notturno, si è stabilito di riportarlo nuovamente a terra, di modo che potesse essere operativo nel caso in cui intervenissero ulteriori urgenze nel medesimo frangente».

La svolta nella complessa operazione è giunta quando lo speciale kayak è arrivato al porticciolo Nazario Sauro: da lì il mezzo è stato caricato sul battello, per la spola al largo degli Alberoni. In prossimità delle secche il personale della Guardia costiera ha liberato l’imbarcazione leggera che, coi soccorritori (e medico), ha potuto finalmente raggiungere i due uomini, trasferirli sullo scafo della Guardia costiera e trasportarli d’urgenza al San Polo, dove gli operatori sanitari hanno potuto prestare le prime cure e contrastare l’ipotermia sopraggiunta. L’orologio a quel punto scoccava, secondo quanto riferito da Raho, le 2.30.

Insomma, un lieto fine (nonostante gli attimi di grande e comprensibile apprensione), visto che i due uomini, suocero e genero, sono stati liberati dalle insidiose secche al largo della spiaggia staranzanese. «Per gli interventi prestati dal corpo dei Vigili del fuoco e dai professionisti del 118 - conclude il tenente di vascello - la Capitaneria di porto vuole esprimere un ringraziamento. In questa situazione di emergenza tutti hanno operato contribuendo con le proprie forze all’esito positivo della vicenda».

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