Inaugurato l’hangar, rivive l’aeroporto di Gorizia

Si torna a volare al “Duca d’Aosta” dopo tre anni di stop. Romoli: «Lo scalo deve diventare un polo di sviluppo industriale». Gherghetta: «Questo è un gran giorno per la città»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 11.01.2014 Inaugurazione Hangar Aereoporto Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.01.2014 Inaugurazione Hangar Aereoporto Foto Pierluigi Bumbaca

Il colmo per un aeroporto? Non poter volare. Sì, questo era il paradosso del “Duca d’Aosta” di Gorizia: un’aviosuperficie dove negli ultimi tre anni non si sono visti aerei nè decollare, nè atterrare. Ecco perché quella di ieri è stata una giornata, a suo modo, storica. Che ha fatto quasi piangere per l’emozione e per la gioia (l’ha confidato lui stesso nel discorso ufficiale) il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta.

Ieri, infatti, è stato inaugurato l’hangar Gleiwitz, completamente ristrutturato e strappato al degrado: un taglio del nastro che è coinciso con la ripresa della piena operatività del vecchio scalo “Duca d’Aosta”. Il sindaco Ettore Romoli non ha esitato definire la giornata «molto importante, perché rivive il nostro caro, vecchio aeroporto. Ma questo - ha scandito il primo cittadino - deve essere solamente il primo passo. Vogliamo che lo scalo diventi un polo di sviluppo industriale grazie alla Pipistrel e alle altre aziende che vorranno insediarsi. Qui, potrebbe davvero riprendere l’attività manifatturiera». Parole importanti che hanno trovato pieno sostegno nell’intervento di Alenka Florenin, sindaco di Savogna d’Isonzo. «Dobbiamo dire “no” all’immobilismo e alla rassegnazione che potrebbero prevalere in momenti difficili come questi. La sistemazione dell’hangar simboleggia la vitalità e la positività. Dobbiamo continuare su questa strada». Emozionato, dicevamo, Enrico Gherghetta. E non l’ha nascosto nel suo entusiastico intervento. «Mi ricordo che, sino a poco tempo fa, questa struttura era in pessime condizioni: pioveva dentro e il degrado si stava impadronendo dell’area. Rivedere oggi l’hangar tirato a lucido mi emoziona. Credo sia il miglior modo per iniziare il 2014, l’anno del centenario della prima guerra mondiale». E ha parlato di «splendida opportunità» anche il consigliere regionale Igor Gabrovec. «Questo è un grande giorno per Gorizia. Da queste iniziative imprenditoriali trarrà linfa economica per tornare a crescere». Presenti, fra gli altri, pure il neoprefetto Zappalorto e il sindaco di Sempeter Turk.

Più tecnico, e non poteva essere diversamente, l’intervento di Fulvio Chianese, presidente dell’associazione sportiva dilettantistica transfrontaliera “Duca D’Aosta”. Ha ripercorso la storia dell’hangar. «Ceduto all’Italia dopo qualche anno dal termine del conflitto 14-18 dall’Austria in conto “danni di guerra”, fu posto nell’attuale zona e solo dopo alcuni anni divenne, nell’ambito di una riorganizzazione o recupero dei più importanti aeroporti o campi di volo, sede della 38ma squadriglia del 21° Stormo osservazione aerea e successivamente sede del 4° Stormo caccia terrestre ivi costituito nel settembre 1931». Una storia importante. «Dal 2000, purtroppo, l’attività di volo ha iniziato a calare al punto che negli ultimi tre anni lo scalo è rimasto praticamente chiuso. Oggi usciamo da questo tunnel», le parole di Chianese.

Fondamentali (a Cesare quel che è di Cesare) sono stati l’aiuto sostanziale, cioè economico della Pipistrel Italia che ha finanziato il restyling dell’hangar e l’impegno di Adriano Ceccherini che si è dannato l’anima assieme agli altri soci per portare a casa il risultato. Un’ultima considerazione. Nei discorsi ufficiali non c’è stato alcun accenno all’attività della società consortile di gestione dell’aeroporto (l’ormai ex spa). Era presente il presidente Ariano Medeot ma non è stato previsto il suo intervento. Domanda finale: ma l’associazione “Duca d’Aosta” e la società di gestione dello scalo vanno a braccetto? O, come succede sempre a Gorizia, lavorano su linee parallele, senza collaborare?

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