In via Sant’Ambrogio solo birra “calda” per contrastare il dilagante abuso di alcol
MONFALCONE In via Sant'Ambrogio i negozi potranno continuare a vendere birre, ma solo dalle 7.30 alle 20.30 e, rigorosamente, a temperatura ambiente. Dopo le 20.30 divieto assoluto di vendere alcolici. Nei bar invece la somministrazione continuerà regolarmente, ma la consumazione dovrà essere fatta nella pertinenza del locale.
È l'ultima strategia che l'amministrazione ha deciso di varare, in via sperimentale per un mese a partire dal 24 settembre, per contrastare l'abuso di alcol da parte delle persone che stazionano nella zona pedonale per buona parte della giornata.
L'iniziativa è stata illustrata lunedì sera al Comitato rione centro e a una serie di residenti nell'area pedonale compresa tra via Fratelli Rosselli e corso del Popolo dall'assessore al Commercio Luca Fasan e dal comandante della Polizia locale Rudi Bagatto, affiancati dall'assessore ai rapporti con i rioni Francesco Volante e dal consigliere delegato ai temi della sicurezza urbana Massimo Asquini.
A fronte del Decreto Minniti del 2017, che ha creato un maggior margine di manovra per i sindaci, sarà quindi varata un'ordinanza che costringerà i commercianti (i locali pubblici come detto non sono coinvolti) a conservare le bevande alcoliche a temperatura ambiente e a poterle vendere solo dalle 7.30 alle 20.30. Nel caso in cui i titolari decidano di non vendere bevande alcoliche non saranno tenuti a rispettare vincoli di orario. Il provvedimento sarà valido per 30 giorni, ma sarà ripetibile nel tempo, come ha spiegato l'assessore Fasan, una volta valutato l'esito della sperimentazione, che eventualmente vedrà correzioni. La prima potrebbe già consistere nell'allargamento dell'area, perché, come ha rilevato nel corso dell'incontro anche la presidente del Comitato largo Isonzo e coordinatrice delle realtà rionali Irene Cristin, così si riuscirebbe a evitare che le persone si spostino ad acquistare bevande alcoliche fredde nelle vie limitrofe, percorrendo solo qualche decina di metri, per poi tornare in via Sant'Ambrogio a bivaccare.
«In questo modo - ha osservato qualche presente - si eviterebbe inoltre un trattamento non omogeneo per alcune attività senza poi peraltro raggiungere l'obiettivo prefissato». Qualche ulteriore accorgimento, come fare in modo che tutti i bar ritirino di notte le seggiole all’ interno, aiuterebbe a evitare stazionamenti a oltranza nella via, come ha osservato un altro abitante. In via Sant'Ambrogio il Daspo è stato comunque applicato negli ultimi mesi a 5 persone, come riferito da Fasan, ricordando però allo stesso tempo che la misura di allontanamento può essere disposta e attuata solo nei confronti di non residenti nella strada e nel caso di forti violazioni alla normativa. Come il bivacco non è.
Nell'incontro di lunedì è comunque tornato ad affacciarsi anche la questione della musica a volume troppo alto o oltre gli orari previsti da parte di alcuni locali pubblici affacciati in via Sant'Ambrogio e quella dei controlli notturni che restano sempre demandati alle altre forze di polizia e non ai vigili urbani. —
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