In vendita a 2,2 milioni i palazzi noti come “grandi case Haggi”

Venti appartamenti disposti su cinque piani, per 2.400 metri quadrati in totale. Residenze o hotel nel futuro. Già registrate alcune richieste di informazioni
Lasorte Trieste 10/02/20 - Via Tigor, Via Marcello Benedetto, Edificio in Vendita
Lasorte Trieste 10/02/20 - Via Tigor, Via Marcello Benedetto, Edificio in Vendita

TRIESTE. In Cavana e nelle zone limitrofe resta ancora disabitata quella fetta di palazzi che, agli inizi degli anni Duemila, per un motivo o per l’altro, non è rientrata nel piano di riqualificazione Urban. Tra questi, nella zona un tempo d’insediamento armeno, spiccano due edifici di un complesso di cinque, risalente al ’900, che si sviluppa tra le vie Tigor, Giustinelli, Gaspara Stampa e Benedetto Marcello.

In quest’ultima strada, ai civici 2 e 4, i vetri impolverati dei portoni in ferro battuto e legno opaco, chiusi a catena, mostrano che da un po’ di tempo non vive nessuno. Gli ultimi inquilini sono usciti infatti nel 2015. Da qualche giorno però questi due stabili sono stati messi in vendita, come si vede dal grande striscione che è stato affisso a una delle pareti. Si parla di un affare da 2,2 milioni di euro, gestito dall’agenzia Tirabora Immobiliare.

Il prezzo di vendita riguarda in tutto venti appartamenti, che sono disposti su cinque piani, con metrature diverse che vanno dagli 85 ai 135 metri quadrati per un totale di 2.400. Si aggiunge poi il retrostante giardino a cascate.

Già in questi giorni all’agenzia immobiliare sono pervenute diverse richieste di informazioni. Le destinazioni d’uso ideali sono due principalmente: abitazioni o strutture ricettive. Tuttavia già precedentemente, quando ancora gli edifici non erano sul mercato, diverse erano state le proposte di acquisto pervenute ai quattro eredi della proprietà, originari delle Bocche di Cattaro. Le idee erano sempre più o meno le stesse: trasformare i palazzi in hotel o addirittura in casa di riposo, anche se c’è il problema del parcheggi, sottolineavano i proprietari.

La storia di questa enorme struttura, dallo stile italiano in dialogo con i principi dell’idealismo tedesco, risale alla prima decade del secolo scorso. Fu nel 1907 che una famiglia benestante del Montenegro trasferì da Venezia a Trieste la propria agenzia marittima, acquistando come investimento immobiliare nel 1929 due dei cinque palazzi che rappresentano la prima impresa realizzata da Ruggero Berlam assieme al figlio Arduino. Fu commissionata nel 1900 da un ricco armeno, Haggi Giorgio Aydinian, da cui prese il nome il complesso ricordato come “le grandi case Haggi”.

«Vengono considerate da molti studiosi – si legge nell’archivio del Comune – come una delle esperienze più significative nell’ambito dell’edilizia residenziale triestina all’aprirsi del Novecento. Ad arricchire le finestre centrali sono collocate delle bifore, con colonnine dotate di capitelli decorati a motivi vegetali». Il testo specifica anche che le superfici murarie di ciascun edificio sono «purtroppo oggi in cattivo stato di conservazione».

Gli immobili difatti sono rimasti chiusi per circa cinque anni senza più ospitare alcun residente proprio perché bisognosi di un restauro. «Questo investimento che ha fatto mio nonno – affermava qualche anno fa uno dei proprietari –, non ha mai fruttato molto, ora bisognerebbe trovare qualche imprenditore che abbia energia e lungimiranza, perché lì si potrebbero fare molte cose». 

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo