In Tribunale manca il 27% del personale: al lavoro i volontari

Morvay: situazione tragica. I “buchi” coperti da militari in pensione e stagisti. Trotta: un modo di arrangiarsi
La cerimonia di inaugurazione di uno dei trascorsi anni giudiziari (Foto di archivio)
La cerimonia di inaugurazione di uno dei trascorsi anni giudiziari (Foto di archivio)

Emergenza giustizia: le cancellerie del Tribunale di Trieste sono senza personale. Manca il 27 per cento di impiegati e addetti: più di un quarto dei posti sono scoperti. Non ha dubbi il gip Raffaele Morvay, presidente facente funzioni in questo periodo di ferie: «È una situazione tragica. Non si fanno concorsi da circa 12 anni». Parole che suonano come una sentenza inappellabile e spiegano il perché di tante inevitabili carenze. Si tratta di cancellieri e funzionari di ogni livello: i numeri di fatto esigui contribuiscono a rallentare i processi. La carenza di personale porta con sé udienze ridotte, notifiche al rallentatore e sportelli con orari di apertura al pubblico forzatamente adeguati a una situazione di costante e persenne sofferenza. «La situazione a Trieste - aggiunge Moravy - è più grave di altri Tribunali delle stesse dimensioni perché questa è sede distrettuale del Tribunale del Riesame (penale), del Tribunale delle Imprese (civile) e delle opposizioni ai dinieghi di tutela degli immigrati. E i servizi vanno comunque garantiti con efficienza».

Ma a Trieste, unica città in Italia, una sorta di soluzione per far fronte all’emergenza nell’emergenza è stata trovata. Consiste nel fare ricorso a volontari e stagisti. Da qualche tempo infatti prestano servizio nel Palazzo di giustizia una quindicina di ex ufficiali in pensione provenienti dai ranghi di Finanza, Esercito e Carabinieri. Sono gli ex che mantengono in funzione certi uffici non a contatto col pubblico. Sbrigano pratiche e compilano un buon numero di provvedimenti dei giudici. «Si tratta dell’apporto aggiuntivo più rilevante», spiega Morvay: «Questi collaboratori andati in pensione ancora giovani si prestano del tutto gratuitamente a fornire un indispensabile apporto in servizi non a contatto col pubblico e senza potere di firma. Concordano con l’ufficio un orario gioornaliero e settimanale che si impegnano a rispettare. La loro presenza è ufficiale e godono solo di un’assicurazione contro gli infortuni pagata dalla Regione».

Anche in Tribunale, insomma, si trova quello che il presidente del Tribunale Matteo Trotta definisce «un modo di arrangiarsi. Si tratta di un apporto collaterale, perché certo questa dei collaboratori volontari non è una soluzione. È stata un’invenzione resa possibile dalla Regione. Ora confidiamo nel rinnovo» della convenzione. Ancora con la Regione, poi, è in atto un accordo che ha portato in Tribunale alcuni impiegati. Una convenzione con Assostegno ha invece consentito di aprire uno sportello informativo di contatto col pubblico - vastissimo - interessato alle amministrazioni di sostegno, così che l'unica impiegata si può concentrare sulla gestione dei fascicoli.

Di altre soluzioni per far fronte alla carenza di personale amministrativo non ce ne sono, se non quella di “assumere” - ovviamente senza stipendio - studenti universitari per qualche stage; o quella di ottenere il trasferimento da altre amministrazioni pubbliche di qualche impiegato. «Non possiamo certo assumere», ammette Ombretta D’Amato, dirigente amministrativa con la responsabilità della gestione del personale. Così bisogna adattarsi alla situazione: «Significa che una cancelleria è costituita da una persona», aggiunge D’Amato: «E se questa si ammala o va in ferie, ci sono problemi». «Per fortuna - rileva Morvay (recentemente nominato presidente della sezione civile) - nel processo civile telematico l’avvocato dal suo studio può trasmettere regolarmente gli atti». Il futuro immediato non si presenta migliore: «Una recente legge - spiega Morvay - prevede una mobilità obbligatoria tra amministrazioni. Ma manca una normativa esecutiva». E così in Tribunale si continua a fare ricorso ai volontari.

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